Stamina, a Brescia confermato il sequestro

Mancini Geremia

noemi sciarrettaIl gup di Torino Giorgio Potito ha confermato il sequestro di cellule e apparecchiature avvenuto lo scorso agosto agli Spedali Civili di Brescia, su richiesta della procura di Torino. Contro il provvedimento avevano fatto ricorso una dozzina di famiglie di malati in cura presso l’ospedale, ma il tribunale del riesame aveva già dato loro torto. L’istanza di revoca del sequestro era arrivata sul tavolo del gup dopo che, il 20 settembre, il Tribunale del Riesame aveva dichiarato la propria incompatibilità funzionale a decidere sul sequestro, pur confermandolo per 20 giorni. Il procedimento giudiziario, che vede indagate 20 persone tra cui Davide Vannoni, patron della Stamina Foundation, è già alla fase dell’udienza preliminare, che si terrà il prossimo novembre proprio davanti allo stesso giudice. 

Il sequestro preventivo di apparecchiature e cellule staminali era stato disposto dal Tribunale di Torino su richiesta del pm Raffaele Guariniello, per impedire la prosecuzione di “attività delittuose”. Il provvedimento era del gip Francesca Christillin e affidava al direttore della struttura sanitaria la custodia delle cellule e delle attrezzature. Il papà di Nomei Sciarretta, la bimba di Guardiagrele affetta da Sma1, al momento del sequestro aveva commentato: “Siamo sconvolti. Stavamo partendo in vista del ricovero di Noemi. Sono riusciti nel loro intento, mentre la legge ci aveva dato ragione. Ci si mobilita per la Sla, ma il malato di Sma è lasciato solo. E’ una malattia degenerativa e Noemi la sta vivendo in tutte le sue fasi. E’ ventilata 12 ore al giorno e ormai questo non basta più. Non è previsto personale che possa assistere i nostri figli, noi rischiamo di perdere il lavoro, vogliamo solo curarli, chiediamo un’alternativa”. Andrea Sciarretta ricordava anche che Noemi, ricevuta da Papa Francesco nell’ottobre 2013, nonostante alcune ordinanze favorevoli, non è mai riuscita ad accedere al metodo Stamina.

“Un sequestro illegittimo, a fronte del quale i pazienti faranno sicuramente ricorso in Cassazione”. Così il presidente di Stamina Foundation, Davide Vannoni, commenta la decisione del gup di Torino di confermare il sequestro di cellule e apparecchiature per il metodo Stamina avvenuto lo scorso agosto agli Spedali Civili di Brescia su richiesta della procura di Torino. “Secondo gli avvocati dei pazienti – sottolinea Vannoni – si tratta di un sequestro illegittimo e, dunque, si farà ricorso”. Il sequestro infatti, spiega, “impedisce non solo l’applicazione degli ordini dei giudici che autorizzano la cura, ma anche di una legge dello Stato, ovvero la legge Balduzzi che autorizzava la continuazione delle terapie come cure compassionevoli per i pazienti che le avessero già iniziate”. “Le motivazioni che ha dato il pm di Torino Raffaele Guariniello – rileva Vannoni – sono state criticate dagli avvocati dei pazienti; vedremo ora le motivazioni del gup”. A questo punto, prosegue il presidente di Stamina, “spero solo che i tempi siano brevi, tenendo conto dell’urgenza dei casi dei bambini in attesa della terapia”. Anche i pazienti che avevano ottenuto il via libera alle infusioni con la nomina di un commissario ad acta, infatti, “sono ora bloccati; quindi, per l’ennesima volta, viene scardinato il protocollo Stamina che prevede un’infusione ogni 30-40 giorni”. Al momento, ricorda Vannoni, “i pazienti in trattamento a Brescia prima del blocco erano poco più di una trentina e gli ultimi che hanno ricevuto un’infusione stanno bene. Complessivamente, invece, sono decedute oltre 20 persone ancora in lista di attesa”. Oggi in Italia, conclude, “è in atto un conflitto istituzionale, tra giudici e leggi dello Stato, non degno di un paese civile”.

 

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