Stazione Ornitologica ” Il secondo lotto della Fondovalle Sangro verrà realizzato in aree a rischio frana elevato e molto elevato. “

Chiesa S.Domenico

Fondovalle Sangro“Voi spendereste un vostro capitale di 120 milioni di euro per realizzare una strada in un’area franosa? Tra una zona classificata ufficialmente a rischio frana “moderato” e una a rischio “elevato” o “molto elevato”, voi dove scegliereste di costruire un’arteria che si sostiene essere di vitale importanza? A queste domande, il buon padre di famiglia, in un paese e in una regione in cui ad ogni goccia di pioggia si perde qualche casa o scende a valle qualche strada, risponderebbe con quelle che apparirebbero delle ovvietà. Invece, sulla questione della Fondovalle Sangro le risposte sono diverse da quelle attese, visto che l’ANAS e, ora, anche il Comitato Valutazione di Impatto Ambientale, tra le opzioni di tracciato, ha scelto quella….in aree a rischio frana maggiore!” . Così la Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS in un comunicato nel quale si legge: “Una scelta fatta senza poter leggere lo studio geologico e quello idrologico comprendente il calcolo di stabilità dei versanti, che non sarebbe stato trasmesso al Comitato VIA ma alla sola Autorità di Bacino, come se la scelta del Comitato, chiamata a decidere tra 5 opzioni di tracciato a maggiore o minore rischio, esulasse dalla lettura di questi elementi fondamentali (l’ANAS aveva appunto presentato 5 opzioni ma aveva subito puntato sulla linea “rossa”, in tutti i sensi…). Tra l’altro sul versante della valle a rischio più basso corre, come ricorda il verbale, il tracciato esistente e l’ANAS presentava al Comitato VIA, più per un’operazione di stile che credendoci veramente, anche l’opzione di rifacimento e miglioramento dello stesso, prevedendo alcune modifiche (a nostro avviso assegnando ad un progettista terzo la progettazione preliminare di questa opzione le migliorie potenziali da apportare sarebbero state di gran lunga superiori a quelle prospettate dall’ANAS).In questi giorni su questa infrastruttura il dibattito appare invece più spostato sulla questione dell’interazione tra opera e presenza della Lontra. Sorvoliamo, per ora, sulla parte faunistica piena di strafalcioni, riconosciuti in sede di Comitato dalla stessa ANAS che si è impegnata a correggerli negli elaborati, come se fosse un mero problema di ortografia e sintassi. Segnaliamo, però, che in un paese civile cadrebbe qualche testa per tale approssimazione e superficialità, considerata proprio l’importanza dell’intervento! Facciamo pure passare in cavalleria perle del tipo “se nel corso di movimentazione terra (che si fa con le ruspe, ndr) venissero alla luce animali in letargo o cucciolate si avrà cura di trasportare in luogo idoneo gli animali” puntualmente segnalate dagli istruttori della regione nel verbale.Parliamo di temi forse più sentiti dalla popolazione, denaro pubblico e rischio idrogeologico. Il secondo lotto della Fondovalle Sangro, un’opera attesa da decenni, costerebbe 120 milioni di euro, più di 22 milioni di euro a chilometro. Denaro dei contribuenti, prezioso in un momento di penuria di risorse e in cui si chiudono i punti nascita in diversi ospedali chiedendo sacrifici ai cittadini.Il primo lotto, la variante di Quadri, di soli 2 km seppur costata decine di milioni di euro, è stato realizzato dall’ANAS in una decina di anni, a furia di costose interruzioni derivanti proprio dalla presenza di una frana che all’ultimo minuto ha pure fatto rinviare l’inaugurazione. In queste settimane, proprio nella provincia di Chieti, è franata anche la circonvallazione tra Fara S. Martino-Corpi Santi costata 10 milioni di euro e realizzata proprio in aree a rischio frana elevato o molto elevato su cui, come dichiarato da un ex sindaco, forse non sarebbe stato il caso di costruire.In un paese civile il dibattito pubblico, viste le criticità e l’onere della spesa, sarebbe accesissimo sui contenuti progettuali, sulla qualità degli elaborati presentati da ANAS e sulle diverse opzioni. La Valutazione di Impatto Ambientale, che ha tempi certi stabiliti dalla legge, servirebbe proprio a questo. Purtroppo il Comitato VIA ha preferito stabilire la “non assoggettabilità” alla procedura. L’ANAS in sede di comitato ha chiesto di non fare la procedura di V.I.A. per evitare “ulteriori ritardi”. Detto proprio da chi ha sul groppone quello che è accaduto sul primo lotto non ci appare proprio rassicurante. Entriamo ulteriormente nel merito della qualità degli elaborati. Secondo voi è “normale” trovare nello stesso progetto stime di fabbisogno di materiali da costruzione differenti del 25%, cioè in una pagina 280.000 mc e dall’altra 210.000 mc, come segnalato dagli istruttori della regione a verbale? Settantamila metri cubi di differenza sono pochi? Che direste se per la ristrutturazione di casa il progettista vi presentasse un progetto in cui da una parte si scrive che bisogna realizzare 100 pilastri portanti e dall’altra 125? Vi fidereste? Sareste tranquilli sul futuro di una strada a rischio frana se in sede di comitato, l’istruttore fa mettere a verbale che nello studio ci sarebbe un lungo elenco di, testuale, “carenze progettuali”? Siamo sicuri che, per rimanere in tema di viabilità, quelle che paiono scorciatoie ci portano a raggiungere l’obiettivo in tempi certi e, possibilmente senza spese stratosferiche e varianti in aumento in corso d’opera? In ogni caso, qui non è questione di ambientalismo, di Lontra sì o di Lontra no, di chi parteggia per l’ambiente o chi per l’asfalto. Sarebbe, invece, un bel segnale di maturità per il paese non parlare per slogan, in tweet di 140 caratteri, ma discutere, documenti alla mano e in tempi certi, di spesa efficiente ed efficace del denaro pubblico, di qualità della progettazione, di scelta consapevole tra diverse opzioni. Rileviamo che solo tre soggetti hanno inviato lettere alla regione sull’intervento (due comuni e, appunto, la Stazione Ornitologica). Siamo proprio sicuri che questo basso livello di partecipazione alle procedure sia un bel segnale? Eppure gli elaborati progettuali e, ora, il verbale, sono consultabili on-line*. E’ meglio evitare quel dibattito che sulle opere pubbliche è normale in altri paesi, non basato sulle chiacchiere da bar ma piuttosto sulle carte? I tecnici di settori della società interessati all’opera, ad esempio Confindustria e CNA, dopo il precedente del primo lotto, possono dirsi tranquilli e non hanno nulla da dire sulla qualità progettuale? L’unica opzione è seguire il mantra “bisogna far presto”, sostenuto dallo stesso soggetto che è riuscito a costruire 2 km di strada in nove anni?”.

 

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