Studentessa stuprata, sconto di 4 mesi per Tuccia che andrà in carcere

senecio

Guernica7 anni e 8 mesi: questa la condanna inflitta dalla Terza sezione penale della Cassazione a Francesco Tuccia, l’ex militare campano che nel febbraio 2011 aveva ridotto in fin di vita una studentessa universitaria all’esterno della discoteca “Guernica” di Pizzoli. La Suprema Corte, dunque, ha ridotto di 4 mesi la condanna d’Appello per effetto della continuazione dei reati. In pratica si è trattato di un lieve “aggiustamento tecnico ma il verdetto di 2° grado ha tenuto. La cosa importante è che in questa vicenda così drammatica sia stata confermata in pieno tutta la ricostruzione fatta dai giudici di primo e secondo grado.”- ha commentato soddisfatto il Procuratore Generale, Pietro Gaeta, che aveva chiesto la conferma della condanna a 8 anni. Era stata la difesa di Tuccia a fare ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila, emessa il 6 dicembre di 2 anni fa, con la quale era stata riconosciuta anche l’aggravante della crudeltà.
I fatti risalgono alla notte tra l’11 e il 12 febbraio del 2011 quando il giovane era di stanza a L’Aquila. Il suo arresto avvenne una decina di giorni dopo. Come ricostruito in appello, la giovane fu stuprata “con inaudita violenza” e abbandonata dietro un cumulo di neve all’esterno del locale quando la temperatura era di 14 gradi sotto lo zero. A salvarla dal dissanguamento e dal freddo fu il tempestivo intervento degli addetti alla sicurezza della discoteca che allertarono il 118 e bloccarono il militare mentre tentava di andare via in auto in compagnia di amici. La studentessa riportò lesioni gravi e, dopo un immediato intervento chirurgico, rimase ricoverata in ospedale per circa un mese. Gli avvocati dell’ex militare hanno sempre evidenziato la consensualità della ragazza ad avere un rapporto sessuale. Ma la studentessa aveva bevuto parecchio, tanto che in discoteca barcollava e si trovava in uno stato di incoscienza, come risultò dalle testimonianze raccolte. Viceversa l’imputato era sobrio e, dopo la violenza, pronto a fuggire.

Commenti alla sentenza

“I processi non sono uno strumento di vendetta ma servono per accertare i fatti e attribuire le  responsabilità. In certi processi è difficile trovare un vincitore perché di fronte alla gravità di certe vicende, come questa, non vince mai nessuno”. Così l’avvocato Enrico Gallinaro, legale di parte civile della ragazza stuprata ha commentato la sentenza della Cassazione. Francesco Tuccia ha già scontato circa 3 anni agli arresti domiciliari. Ora dovrà entrare in carcere. 

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