Teramo: “Officine indipendenti chiede la revoca della chiusura”

officine-indipendentiQuesta mattina come preannunciato il presidente del circolo culturale “Officine Indipendenti” Giorgio Giannella ha voluto incontrare la stampa dopo la seconda ordinanza di chiusura del circolo, successiva a quella fatta lo scorso mese di marzo. Un nuovo provvedimento con il quale il sindaco di Teramo Brucchi ha disposto la chiusura per 30 giorni, per problemi legati al disturbo della quiete pubblica e inquinamento acustico derivanti dalla gestione delle attività del circolo. La prima ordinanza fece chiudere il circolo per ben tre mesi. Una scelta che ha fatto infuriare non poco i numerosi iscritti. Sulla questione è intervenuto anche il movimento 5 stelle teramano definendo la scelta fatta dal comune “uno schiaffo alla cultura e l’ennesimo autogol della giunta Brucchi “.

“L’indegno spettacolo proposto dall’amministrazione comunale” -dichiara Giorgio Giannella di Officine indipendenti- “segue due criteri principali: la razionalizzazione e la redistribuzione delle risorse del territorio tramite la repressione dell’esperienze che non sono considerate opportune o di intralcio alle 7 famiglie di imprenditori e potenti locali. In questi anni il dibattito pubblico è stato volutamente dirottato nelle più disparate distrazioni di massa” “come la costruzioni di zone rosse per impedire manifestazioni ecc. provvedimenti utili per nascondere la vera Sagunto espugnata, la crisi del gruppo bancario Tercas che rappresenta l’ultimo acuto reale problema economico e sociale del capoluogo di provincia. L’amministrazione comunale, carente sull’adeguarsi alla normativa nazionale, ritiene di governare un territorio esclusivamente reprimendo fenomeni umani e socialil, quando dovrebbe essere onesta nell’ammettere che per aprire qualsiasi attività non occorre rivolgersi agli uffici competenti ed avere i permessi previsti dalla legge, ma rivolgersi ai vicini di casa. Oggi abbiamo ancora, con tutto quello che ci sta accadendo, la forza di chiedere un incontro con l’assessore Tancredi, delega alla Movida (fenomeno che non esiste in città) e il primo cittadino per procedere” -chiede Giannella-“ad una immediata revoca del provvedimento e concertare le future politiche da adottare sul tema”. Ultima considerazione: “quelli che chiamate avventori sono spesso i vostri figli e con la tessera Arci non si acquisisce l’appartenenza alla categoria di animali che deturpano il decoro urbano, il quale è compromesso piuttosto da ben altri eventi cittadini”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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