Le battute per il contenimento dei cinghiali dovrebbero iniziare entro la prima decade di maggio. Intanto il consiglio provinciale di Teramo ha approvato all’unanimità sia il piano quinquennale che il piano annuale per la gestione degli ungulati e un atto d’indirizzo, in cui si prevede che entro trenta giorni “venga predisposto un regolamento per il risarcimento dei danni che affronti gli aspetti riguardanti l’accertamento, le misure di prevenzione, le finalità e gli indennizzi”.
La Provincia, dopo aver messo attorno allo stesso tavolo la consulta della caccia (all’interno della quale siedono tutte le associazioni, anche quelle ambientaliste e degli agricoltori) e i rappresentanti dei due ambiti territoriali di caccia, ha predisposto i due strumenti di programmazione venatoria che hanno come obiettivo primario quello di limitare la proliferazione della specie, oggi stanziale anche in aree dove la sua presenza non è compatibile con gli elementi faunistici, ambientali e antropici, e, di conseguenza, ridurre i danni alle colture. Danni che in alcuni casi possono essere molto ingenti e che, negli ultimi anni, a causa della riduzione degli stanziamenti pubblici, non sono mai stati rimborsabili al 100%. Nel 2014 si è arrivati a circa 350 mila euro di richieste di rimborso, ma la Regione ha stanziato la metà della somma.
Con i due piani si definiscono la quota di prelievo per ogni ambito territoriale, le modalità di contenimento e i periodi. Le principali novità introdotte nel piano sono la destinazione differenziata del territorio, la prevenzione, il controllo delle popolazioni, le informazioni utili per gli interessati e la task force di cacciatori di pronto intervento, coordinati dalla polizia provinciale.
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