Essere paragonati alle regioni più arretrate dell’Africa o del sud America non è propriamente un complimento, anzi! Purtroppo è quello che ha fatto Il Times, il più importante quotidiano della Gran Bretagna, che, in un articolo, si è occupato della querelle Ombrina Mare in Abruzzo. “Prima di investire su azioni di società che sono quotate sul mercato azionario a Londra, ma che conducono le loro operazioni negli angoli più caldi del mondo – si legge nell’articolo a firma dell’editorialista Gary Parkinson – è sicuramente una buona idea valutare in primo luogo ciò che gli addetti ai lavori definiscono il “rischio politico. E questo va valutato quando si intraprendono attività in alcune regioni dell’Africa, in alcuni paesi dell’America del Sud, o in Italia. Perché? –si domanda il reporter – Perché vi potrebbe accadere quello che è successo in Abruzzo alla Medoil gas, le cui attività vengono ostacolate a livello locale con il pretesto d’impatto ambientale”. Insomma, accuse pesanti e che di certo non fanno bene alla nostra economia. Secondo il quotidiano londinese lo stop all’investimento dell’azienda britannica in Abruzzo è dovuto alle paure della classe politica locale. Paure che, in un paese in cui “il partito populista Movimento Cinque Stelle ha rastrellato circa un quarto dei voti”, portano a non intaccare la “reputazione ambientalista” dei politici alla vigilia delle elezioni. Una condotta che però danneggia l’economia di “un paese in cui gli investimenti esteri diretti sono crollati del 72% in un anno, lo sviluppo di Ombrina Mare porterebbe 500 milioni di dollari di investimenti e 5.000 nuovi posti di lavoro”. Un articolo che non mette in buona luce l’Abruzzo anche se una piccola tara bisogna considerarla: è un giornale britannico che perora la causa di un’azienda britannica.

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