Omicidio colposo plurimo e disastro colposo. È questa l’accusa che potrebbe scattare nei confronti di Lorenza Mattei, titolare dell’azienda di fuochi d’artificio di San Donato, per la morte del figlio Valerio Paolelli (37 anni), che ha perso la vita insieme ad altre due persone nella devastante esplosione avvenuta mercoledì alle casematte di San Donato, a Tagliacozzo. I tre corpi, compresi quelli di Antonio Morsani 47 enne di Rieti e Antonello D’Ambrosio di 33 anni di Broccostella (in provincia di Frosinone) ma residente a Cappadocia, sono stati recuperati nel corso di un laborioso intervento degli artificieri e la zona è stata messa parzialmente in sicurezza. Le operazioni continueranno nei prossimi giorni. Due dei tre feriti sono stati, intanto, dimessi. E mentre in paese è stato indetto il lutto cittadino e il sindaco Maurizio Di Marco Testa ha dato disposizione di rimandare la tre giorni medievale dedicata ad Ascanio che doveva iniziare oggi, proseguono le indagini, coordinate dal procuratore Maurizio Maria Cerrato. Le cause della fortissima esplosione sono ancora da accertare. La procura di Avezzano ha aperto un fascicolo in cui viene ipotizzato il reato di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Per il momento il provvedimento è contro ignoti, ma nelle prossime ore potrebbero scattare gli avvisi di garanzia nei confronti degli amministratori dell’azienda familiare Paolelli, in particolare per la madre, titolare, e per il fratello Armando, rimasto illeso insieme al padre Sergio, patron dell’azienda: un epilogo che suona come un ennesimo colpo alla famiglia provata per la tragedia. «Era un atto dovuto, le indagini sicuramente dimostreranno che non c’è alcuna responsabilità da parte loro per quanto accaduto» – ha dichiarto il legale della famiglia.
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