Trasporti, Cgil e Ugl scioperano il 29, le altre sigle trovano l’intesa con la Regione

busMa cos’è la destra e cos’è la sinistra? Che fossero entità fluide lo aveva già capito Giorgio Gaber un bel po’ di anni fa. Che talvolta possano presentarsi come intercambiabili lo dimostrano oggi due sindacati di categoria come Filt Cgil e Ugl Trasporti, sorprendentemente uniti nella battaglia per la riorganizzazione del trasporto pubblico locale e in sintonia anche nell’individuare altri due “gemelli diversi” della politica. Per dimostrare la loro tesi le due sigle sindacali invitano al gioco del “Trova le differenze”. Ossia, quello che ha fatto chi c’era prima – leggi il centrodestra – non è molto diverso da quello che fa chi c’è oggi – leggi il centrosinistra. Pertanto, sciopero confermato: il 29 maggio il personale Cgil e Ugl del settore trasporti si asterrà dal lavoro, mentre Cisl, Uil e Faisa rimarranno seduti al tavolo delle trattative. Secondo i responsabili regionali di Filt Cgil e Ugl Trasporti, Franco Rolandi e Giuseppe Lupo, nell’ultimo anno, fatta eccezione per Tua (nata dalla fusione tra Gtm Arpa e Sangritana), null’altro è stato fatto. “Nessun segnale di discontinuità o di inversione di tendenza – dicono – e nessuna riorganizzazione complessiva del settore. Né è stata pianificata una migliore mobilità collettiva”. Allo stesso tempo i sindacati hanno registrato una serie di attività “esattamente in linea con gli indirizzi del precedente governo regionale, come i tagli alle risorse e i servizi per i cittadini”.

ACCORDO TRA LA REGIONE E GLI ALTRI SINDACATI
Si è concluso positivamente -riferisce una nota della Regione- l’incontro tra il sottosegretario alla Giunta regionale Camillo D’Alessandro e l’Assessore regionale al bilancio Silvio Paolucci con i sindacati confederali di categoria CISL – UIL – FAISA. La Regione ha aderito alla richiesta delle tre organizzazioni di ridurre il taglio del fondo dei trasporti di oltre il 50%: la somma si aggira tra i cinque e sei milioni di euro e sarà oggetto di una variazione di bilancio che arriverà nei prossimi giorni in consiglio regionale.

La Regione ha garantito il taglio, già previsto nel piano industriale, dei cosiddetti costi della politica edell’apparto dirigente. Garantita la salvaguardia dei livelli occupazionali, nessuno dei 1.600 lavoratori rischiail posto di lavoro. Sì anche al contratto unico aziendale, all’obiettivo della produttività, alla riorganizzazione dei servizi garantendo le zone interne.

“Sono molto contento – commenta Camillo D’Alessandro – la riunione di oggi segna la differenza tra la protesta e la proposta, unica via capace di entrare nel merito e portare a casa risultati. E non finisce qui:ora partirà il confronto sul contratto di secondo livello, ma tutti hanno preso coscienza dei rischi che ci sono dietro l’angolo, a partire dai futuri tagli paventati a livello nazionale”.

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