Dopo il via libera al progetto di legge sul riordino del trasporto pubblico locale dalla seconda commissione “territorio”, che si è riunita lo scorso 3 dicembre congiuntamente alla prima commissione “Bilancio” e alla quarta “politiche europee” , si attende per domani in consiglio regionale un passo avanti sulla fusione in un’unica entità delle tre società pubbliche: Arpa, Gtm e Sangritana, nonché delle società partecipate Cerella e Sistem. Il provvedimento, però, suscita una serie di prese di posizione intorno al nuovo organismo, fra cui quella del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che chiede al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, di includere nella nuova società unica anche l’Ama, l’Azienda municipalizzata per il trasporto pubblico urbano dell’Aquila. A sostenere la posizione di Cialente è, dall’altro lato, l’opposizione, con il vicepresidente regionale di Forza Italia e capogruppo al Comune dell’Aquila, Guido Quintino Liris, che critica la Regione. Per entrambi ” D’Alfonso ha il dovere di portare l’Ama all’interno dell’Azienda unica regionale dei trasporti”. Un’azienda sempre più in difficoltà l’Ama. Il chilometraggio rimborsato dalla Regione Abruzzo è fermo al 1980, ma in 25 anni la dislocazione urbanistica della città si è molto modificata, soprattutto dopo il sisma del 2009. La riforma – attesa da anni e mai realizzata dalla precedente giunta Chiodi nonostante gli annunci – prevede la costituzione di un’unica società, con un solo cda, invece degli attuali tre. Dunque meno dirigenti, una sola centrale di acquisto e la razionalizzazione del servizio, che si otterrebbe integrando il trasporto su gomma con quello ferroviario. Intanto la Cgil lancia l’allarme occupazione: “Il progetto di legge – si legge in un comunicato – è carente per la parte riguardante le clausole sociali a tutela dell’occupazione”. I sindacati, insomma, temono che la fusione porterà a una riduzione del personale”.