Ud’A -10 giorni per far attraversare un cortile ai dipendenti di Lingue

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logo udaVenerdì 24 aprile – lunedì 4 maggio. Ci sono voluti 10 giorni, tre comunicati sindacali, una denuncia-protesta degli studenti, una dettagliata relazione dei vigili del fuoco, un’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Pescara, una riunione a porte chiuse in rettorato, diversi sopralluoghi di tecnici e dg e 4 giorni di sospensione delle attività non didattiche. C’è voluto tutto questo per addivenire ad una parziale, temporanea e non affatto decisiva soluzione del disagio che la Facoltà di Lingue della d’Annunzio di viale Pindaro sta vivendo da quel 24 aprile, giorno del ferimento della esperta linguistica di tedesco ,colpita da una controsoffittatura venuta giù sul suo capo. Dieci giorni di disagi e polemiche, dieci giorni per decretare il trasferimento intanto del personale tecnico-amminitrativo (rimandato a casa dal dg Del Vecchio lo scorso lunedì a causa della dichiarata inagibilità dell’intera “scala gialla”), dieci giorni per decidere di far attraversare loro un cortile. Tanto dista, infatti, il Palazzo Micara ( alle spalle della Facoltà di Architettura) anche detto il palazzo fantasma della d’Annunzio di Pescara. Sì, fantasma: inaugurato all’epoca del duo Cuccurullo-Napoleone e dell’amministrazione Mascia, questa bella struttura che prende il nome dall’architetto che la ideò, non è mai realmente entrata in funzione sebbene noi stessi mesi fa filmammo studenti sui terrazzi e “movimenti” al piano terra. Ebbene, da questa mattina di maggio e dopo (appunto) dieci giorni dal crollo del controsoffitto è stato disposto il momentaneo trasloco delle attività d’ufficio dei dipendenti di Lingue in alcuni ambienti sottostanti il Palazzo Micara. Un inzio di giornata e di settimana di lavoro, per un certo numero di tecnico-amministrativi Ud’A, all’insegna di polvere e scatoloni: la prima da rimuovere a chili dagli ambienti di una struttura, il Palazzo Micara, tanto funzionale quanto fantasma; i secondi da riempire di documenti e fascicoli per tentare di ripristinare una sorta di normalità amministrativa, specie in vista di esami e tesi di laurea già in programma per la sessione estiva. Sempre più disorientati gli studenti, sempre più sconcertati i Cel, gli esperti linguistici beneficiari della stanza del crollo sigillata, fino a chissà quale data di quale anno, e anche loro in cerca di spazi idonei per lezioni e ricevimento. Su tutto quanto sta accadendo alla d’Annunzio di viale Pindaro, poi, l’occhio vigile dei sindacati del personale tecnico-amministrativo (per intenderci lo stesso alle prese con la battaglia per il ripristino dell’Ima in busta paga): coralmente decisi più che mai a non abbassare il livello di guardia sulla “questione sicurezza”, più in generale temendo, evidentemente sulla base di riflessioni verificate e datate nel tempo, che per la sede pescarese dell’Università d’Annunzio “la ormai famosa scala gialla, interdetta dopo il crollo del 24 aprile, non sia l’unica criticità strutturale da monitorare e sanare”. ” Anche all’occhio più distratto – dice De Carolis della CISAL- appare evidente che la scalla gialla è gemella delle altre due,  la verde di Economia e la blu di Architettura. Altrettanto ovvia la riflessione che ne consegue: se relativi uffici e stanze hanno avuto la stessa manutenzione di quella del crollo, perchè egualmente o similarmente realizzati, esattamente come quella transennata e dichiarata inagibile ve ne potrebbero essere altre. Non vogliamo nemmeno pensarlo che ogni giorno chi si reca sul luogo di lavoro possa farlo mettendo a rischio la propria incolumità”. Sindacati, dipendenti, studenti e docenti, in una parola tutti, preferiscono credere che chi deve, come Rettore e dg, abbia già predisposto sopralluoghi approfonditi e tecnicamente affidabili in tutta la struttura di viale Pindaro: sopralluoghi di cui chiederanno conto a breve e sui quali ci sarà ben poco da argomentare o procastinare come, invece, sta accadendo da un anno per altre questioni squisitamente retributive. “Quanto al Palazzo Micara – conclude De Carolis- ci auguriamo che sia agibile essendo stato detto per anni il contrario “. Certo, se così fosse, sorge spontanea una domanda: se oggi questa palazzina è agibile per gli amministrativi di Lingue come mai è rimasta vuota per tutti questi anni, mentre la d’Annunzio, per sopperire alla mancanza di aule per tutte le attività didattiche delle tre facoltà pescaresi, continua a spendere cifre di una certa consistenza per l’affitto delle palazzine di Via Tirino?

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