E’ descritto nell’articolo 1 del Titolo I dello Statuto l’attuale logo dell’Università Gabriele d’Annunzio: un “sigillo ispirato alla scultura di Pietro Cascella che riproduce la testa della dea Minerva su capitello semplice con l’iscrizione Università degli Studi G. d’Annunzio e sovraimpresso l’acronimo Ud’A”.
Linee semplici e stilizzate per una scultura-logo che abbiamo imparato negli anni a riconoscere e che campeggia, bianca e verticale, anche sul prato del campus universitario di via dei Vestini a Chieti. Un logo destinato a cambiare e con esso, in qualche modo, la storia dell’università abruzzese intitolata al Vate de “La pioggia nel pineto”.
E’ del 23 giugno scorso una mail a firma del Rettore Di Ilio con la quale invita il personale NDUdA ( non docente) ad esprimere “la propria preferenza partecipando al sondaggio, che si svolgerà dal 23 al 30 giugno, e rispondendo con “01” oppure “02” per scegliere tra i due nuovi loghi in ballo”.
Noi vi mostriamo i due bozzetti in anteprima. La proposta “01” ( foto a sinistra) viene definita “Iconico-figurativa” e secondo chi l’ha ideata (il Prof. Giuseppe Di Bucchianico su incarico del Senato Accademico) punterebbe a valorizzare la dualità come risorsa.
Molto blu e molto semplice, il logo a forma di scudo racconterebbe le due città, Chieti-Pescara, le due sedi, i due elementi mare-montagna. Chi l’ha ideata vedrebbe, inoltre, nelle due punte blu-verde “le cime della bella dormiente di dannunziana memoria” (testuale, cfr).
Veniamo alla proposta “02” ( foto a destra) : definita astratta-concettuale vi si riconosce la “Minerva” destinata, tuttavia, a cambiare il suo colore dal bianco attuale ad una delle combinazioni suggerite ( ben 12). In questo bozzetto l’ideatore ” ha inteso fondere tradizione e storia mantenendo un accenno di dualità e raccontando il territorio abruzzese come risorsa, varietà, emozione” ( testuale, cfr). Molto diverse tra di esse ma anche molto differenti dal logo attuale le due proposte volute e richieste per imprimere, chissà perché, una svolta d’immagine alla d’Annunzio.
Due bozzetti corredati anche di ” possibili artefatti comunicativi” come borse in tela, bottiglie di vino, app per cellulari, rubriche, agende e via dicendo. Se ora bisognerà aspettare la mezzanotte di lunedì 30 per sapere quale proposta avrà vinto il sondaggio in corso, sono già in tanti a porsi alcune domande. Una su tutte: quale la reale necessità di cambiare un logo che mai nessuno aveva messo in discussione o contestato?
Parecchi, inoltre, sembrano non riuscire a cogliere l’urgenza e il senso di tale dispiegamento di uomini, idee e fondi per smantellare un ” semplice” simbolo proprio mentre la d’Annunzio annaspa tra emergenze finanziarie e inchieste giudiziarie. C’è, poi, chi avrebbe preferito che la parola ultima spettasse agli studenti, magari non con il semplice voto su una forma già disegnata da un professore bensì affidando l’incarico, ad esempio, ai più talentuosi della Facoltà di Architettura.
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