Nemmeno le temperature a dir poco bollenti e insolite per questa seconda metà del mese di ottobre rendono l’idea del clima rovente che si respira alla d’Annunzio di Chieti-Pescara. Nulla di nuovo staranno commentando in molti a giudicare dal fatto che dell’Ateneo che porta il nome del Vate forse dalla sua data di fondazione ad oggi non si è mai parlato tanto come negli ultimi tre mesi. Tra indennità tagliate, stipendi scremati dall’oggi al domani, emolumenti richiesti indietro perchè bollati come “paradisiaci e ingiusti regali di un passato…napoleonico” passando per le ormai quotidiane missive al vetriolo tra dg e taluni sindacati, la sensazione è che la situazione stia davvero degenerando. La pensa così la Cisal che per bocca del suo Segretario nazionale di categoria ha gridato, anche dal nostro microfono, allo scandalo quando il dg Del Vecchio ha convocato tutti tranne, appunto, la CISAL al tavolo romano presso il CRUI. Denuncia che non si è fermata sulla stampa visto che è stato formalmente chiesto l’intervento del Prefetto di Chieti per “esperire il tentativo di conciliazione in merito allo stato di agitazione del personale Ud’A”. Richiesta accolta e subito concretizzata in una prima convocazione, quella del 18 ottobre scorso, poi slittata a dopodomani, mercoledì 22, sembrerebbe per impegni fuori regione già presi dal dg proprio per quel giorno e non rinviabili. Ma questa iniziata oggi è una settimana bollente per i vertici della d’Annunzio anche su un altro fronte: i 113 destinatari dell’ormai famosa mail ( sempre a firma del dg ), in cui vengono loro richieste a seconda di mansioni e incarichi risalenti ai tempi della gestione Cuccurullo- Napoleone cifre in taluni casi da capogiro, starebbero preparando il siluro di una class action all’indirizzo dei piani alti di via dei Vestini. Già nelle prossime ore, infatti, sul tavolo del dg potrebbero arrivare le lettere dei legali incaricati da molti dei 113: lettere in cui viene contestata, ad esempio, la violazione della privacy visto che anzichè ad personam il documento è stato inviato con il criterio della mailing list ( ciascuno ha così appreso dettagli economici e di incarichi degli altri 112 coinvoltii nella richiesta ” risarcitoria”). Gli avvocati dei 113, tuttavia, sembrano intenzionati a far valere anche altre questioni evidentemente ritenute lesive dell’immagine e della professionalità dei loro assistiti: una su tutte ruoterebbe intorno al fatto che le somme richieste dal dg non sarebbero state “spiegate” o verificate se non dal dg stesso. In ultima analisi, molti mal di pancia sono stati generati anche dalla pubblicazione di questi documenti sul sito della d’Annunzio alla voce ” Amministrazione trasparente”: non è piaciuta ai 113, e forse con loro agli avvocati che li tuteleranno, questa aria da pubblica gogna. E mentre monta il giallo, l’ennesimo targato Ud’A, di un nome, e solo uno, inizialmente pubblicato e poi tempestivamente rimosso dalla lista, il dg con una lettera chiede a Cgil Cisl, Uil, CONFSAL-SNALS cosa pensano della “vicenda CISAL” e della richiesta dell’incontro prefettizio: la corale e diplomatica risposta lascia intendere il senso del rispetto per il ruolo di ciascuna sigla sindacale, al netto di polemiche, esposti e denunce, quasi a ricordare come ogni tavolo che voglia sortire un effetto positivo e risolutivo debba necessariamente passare per la partecipazione di tutte le sigle sindacali.
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