Ud’A: Cronaca di un crollo annunciato?

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logo uda“Come si può spacciare per “premura” di sicurezza l’impianto di videosorveglianza interna, quando i muri cadono in testa alle persone “videosorvegliate”?”. Così un passaggio della nota sindacale che Cgil, Cisl, Uil e Rsu di Ateneo hanno diramato a due giorni dal crollo all’interno di un’aula della sede pescarese della d’Annunzio dove a “farne le spese” è stata una lettrice di lingua tedesca. I sindacati sono indignati e polemici: chiedono che il vertice tecnico-amministrativo di oggi presso gli uffici del Rettorato di via dei Vestini a Chieti, non finisca nella solita bolla di sapone, in cui ciascuno scarica su altri responsabilità e competenze. I sindacati, infatti, sono certi che si debba parlare di responsabilità specifiche, alla luce delle segnalazioni risalenti ad oltre un anno fa, in cui già si chiedevano rassicurazioni sullo “stato di non salute” di quella e altre aule in cima alla scala gialla di viale Pindaro.
Un punto fermo, dal quale starebbe muovendo le sue riflessioni anche la Procura di Pescara, è un documento datato novembre 2013: a quella data risale una prima dettagliata nonchè allarmata segnalazione firmata da una esperta linguistica di tedesco (collega di Jana Walther la Cel ferita venerdì). Finita dove? Letta da chi? Archiviata con quale seguito ? Se è vero come è vero che quella missiva, all’indirizzo del Prof. Carlo Consani, in qualità di Direttore del Centro Linguistico d’Ateneo, indicava ( con tanto di fotografie allegate) anche lo stato evidentemente precario della controsoffittatura in questione, allora perchè chi di dovere non ha disposto ulteriori e più tecniche perizie? Se, invece, le dovute perizie ispettive sono state disposte ed eseguite, sorgono altri dubbi: che lavori sono stati fatti ? Di che entità sono stati? Può, dopo “solo” un anno circa, venir giù una parte così significativa di soffitto? Nel frattempo, il Rettore Di Ilio minimizza, la docente ferita migliora, i sindacati incalzano, gli studenti rumoreggiano sui blog: parlano di “notizia triste e piena di vergogna” e rivolgono al Magnifico una valanga di quesiti. “Ci potrebbe spiegare, signor Magnifico Rettore Di Ilio Carmine, com’è potuto succedere? Possiamo avere risposte su come mai è il secondo crollo della struttura di Pescara, dopo quello della nuova area di Architettura, signor Magnifico Rettore Di Ilio Carmine? Possiamo avere delle delucidazioni sul perchè noi studenti del (tra molte virgolette) “””Campus di Pescara””” dobbiamo essere trattati come studenti di Serie D (dire di Serie B sarebbe troppo lusinghiero)?. E ancora: “Signor Magnifico Rettore Di Ilio Carmine, la nostra struttura (e chiamarla struttura è un termine molto lusinghiero) fa acqua da tutte le parti e non è un eufemismo. Cade a pezzi, ci sono crepe, muri spaccati, soffitti bucati, aule in condizioni talmente pessime che ancora non capisco come facciamo a non beccarci il tetano, illuminazione al limite del paranormale, sedie e sgabelli scomodi, acustica pessima per sentire i professori parlare, microfoni che non funzionano, aule computer degne dei Flintstones, rete internet più lenta di una lumaca. La biblioteca sembra un bunker da guerra fredda, bassa, piccola e puzzolente”. Tornando ai sindacati, invece, il primo ad alzar la voce è stato De Carolis della Cisal: è di venerdì un comunicato sindacale scorrendo il quale si legge ben più della solidarietà alla docente ferita e ai Cel più in generale (ricordiamo che la stanza oggetto dell’incidente è quella dove 15 esperti linguistici ricevono studenti e spesso dividono scrivanie e spazi decisamente poco “accademici”). De Carolis, infatti, scrive: ” La Cisal Università non si vuole limitare a denunciare la gravità del crollo del soffitto e del danno causato alla collega, ma chiede che sia subito aperta una procedura di accertamento delle responsabilità, con tutte le dovute conseguenze sul piano disciplinare e risarcitorio”. Altrettanto dura la presa di posizione delle altre sigle sindacali: ” La sensazione prevalente è lo sconforto ma non possiamo permetterci di fermarci a piangere sulle nostre disgrazie, visto che tante cose, compresi i crolli, avrebbero potuto non accadere se solo avessimo una amministrazione meno asburgica ed autoritaria e più’ attenta a dialogare con tutte le componenti della nostra comunità a partire dal sindacato. Non saremo disponibili ad ulteriori atti unilaterali. È ora che si inaugurino le dinamiche, faticose ma indispensabili, di una vita democratica a tutto tondo”. Intorno alle 10, intanto, muniti di casco di protezione e accompagnati dai vigili del fuoco, alcuni esperti linguistici hanno potuto recuperare oggetti personali e materiale didattico dalle aule transennate: una delegazione ha poi chiamato la “Segreteria del Rettore e del direttore generale, cerimoniale e manifestazioni ufficiali”, ossia Marina Marino, per chiedere dove trasferire libri e dispense e svolgere lezioni e ricevimenti: mentre vi scriviamo i Cel non hanno ricevuto alcuna indicazione ufficiale. Nel frattempo il personale tecnico-amministrativo in servizio presso il Dipartimento di Lingue veniva rimandato a casa e invitato a tornare a lavoro mercoledì. Una cosa è certa, anzi due: quel soffitto era stato segnalato e per questo, nel vertice  in Università ma anche e soprattutto dinnanzi alla Procura, qualcuno dovrà risponderne. Secondo, che siala volta buona che per sopperire agli evidenti disagi conseguenti alla dichiarata inagibilità di più spazi oltre all’aula “incriminata” si rispolveri, finalmente, la palazzina Micara: struttura a più piani, collocata alle spalle della facoltà di Architettura, inaugurata, allestita e mai utilizzata con ciò che questo comporta per le casse universitarie da cui escono, da anni, somme annualmente pesanti destinate a coprire la spesa per gli affiti delle strutture di via Tirino.

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