Ud’A- La protesta del “Caro Rettore…” tappezza Pescara

unichDai lenzuoli di cotone ai manifesti 100×70, dalle scritte-slogan in vernice nera a dei simil fumetti sottotitolati: a partire da oggi, infatti, scatta una nuova era grafica e “geografica” per la protesta dei tecnico-amministrativi della d’Annunzio. Esce dai cosiddetti quadrilateri universitari ( viale Pindaro e dintorni a Pescara, via dei Vestini a Chieti) e comincia a tappezzare molti angoli delle strade cittadine  la contestazione dei 330 dipendenti in trincea nella battaglia per il ripristino della voce IMA in busta paga: battaglia che va avanti, ormai, dal mese di agosto e cioè da quando il dg, con un atto di imperio unilaterale, ne ha sentenziato la decurtazione. Molte polemiche, tanti lenzuoli, diversi tavoli sindacali più o meno spontaneamente convocati e ora la nuova campagna di comunicazione destinata a sensibilizzare anche i cittadini a giudicare dagli incroci, le strade e i marciapiedi scelti per affiggere questo nuovo manifesto di denuncia. Stavolta il messaggio è affidato a tre omini, tanto stilizzati quanto preoccupati che si rivolgono al Rettore: iniziano col dire che i dipendenti della d’Annunzio “non si sentono dei pacchi” facendo evidentemente riferimento a trasferimenti annunciati ed esuberi proclamati. Gli stessi tre dicono, poi, di “non poter vivere di sola aria”: questo è certamente il riferimento più esplicito al taglio dell’IMA quantificabile nella voce meno in busta paga di cifre che oscillano dalle 250 alle 400 euro mensili a seconda delle mansioni e dei livelli contrattuali. Prima di tre punti esclamativi e spiati da una telecamera di videosorveglianza, per finire, gridano di “non essere pericolosi” dichiarandosi, anzi,  “onesti lavoratori che lottano per i loro diritti”. Quale effetto sortiranno questi manifesti nei passanti-cittadini-automobilisti non è dato saperlo: il messaggio indirizzato ai vertici della d’Annunzio, Rettore e dg, è invece inequivocabile. Innanzitutto, laddove molti dei lenzuoli stesi sui cancelli delle due sedi universitarie sono stati spesso tempestivamente fatti rimuovere ( più di sovente a Chieti per la verità e meno a Pescara dove sono ancora in bella mostra), a “tutela” di questi manifesti c’è la tassa di affissione comunale pagata. Secondo, gli amministrativi in stato di agitazione hanno deciso di alzare il tiro della protesta spostandola dai recinti accademici alle strade di città. Tutto questo nonostante qualcuno abbia salutato con larghi sorrisi e sospiri di sollievo l’esito dell’incontro romano di mercoledì scorso: un tavolo per l’IMA e il futuro del CLA che sembrava aver sortito il risultato di calmare gli animi e mettere, forse per la prima vota dall’inizio della vertenza IMA, le parti realmentenelle condizioni di cominciare a dialogare e mediare. uda4Effetto solo apparente o comunque transitorio a giudicare dai nuovi manifesti!( qui a lato)  Che quella iniziata oggi sia anche la settimana della class action dei 113 pronti a denunciare il dg per la vicenda delle somme fatte pubblicare e soprattutto richieste indietro perchè bollate come “regalie dell’era napoleonica”? Così si vocifera lungo i corridoi che portano all’ufficio protocollo di via dei Vestini, così sembrerebbe a giudicare da indiscrezioni e movimenti delle scorse settimane: in 15, forse 20, avrebbero dato mandato ad uno studio legale, non pescarese e non teatino, specializzato in denunce del genere formando così una prima class action alla quale potrebbero seguirne delle altre più squisitamente sindacali. Insomma, passano le settimane, scorrono i mesi ma alla d’Annunzio non cambia nulla se non in peggio.

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