Ud’A- La “protesta del lenzuolo” e un dossier per Roma

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protesta udaDopo viale Pindaro ieri, via Pescara oggi. Non si ferma “la protesta del lenzuolo” dei colletti bianchi della d’Annunzio. Ieri mattina è stata la volta dei cancelli della sede pescarese dell’ateneo di viale Pindaro, oggi gli amministrativi in stato di agitazione hanno “steso” due lenzuoli lungo il viale d’ingresso del campus di Chieti scalo. Chiedono ” rispetto per i contratti” e lo fanno con una scritta rossa, poco più in là ricordano di essere ” lavoratori Ud’A in stato di agitazione”. Sfidano l’occhio vigile dei piani alti i dipendenti della d’Annunzio sul piede di guerra da ormai due mesi per il taglio dell’IMA già applicato alla busta paga di agosto con un atto unilaterale del dg Del Vecchio. Non ci stanno a farsi mettere le mani in tasca e i piedi in testa gli oltre 300 lavoratori del comparto tecnico-amministrativo dell’ateneo guidato dal Rettore Di Ilio: accusato di essere il grande assente, fischiato mentre si accingeva a ricevere il “Premio Simpatia”, pare si sia concesso una vacanza fuori regione proprio nella settimana in cui i sindacati si attendevano un qualche segnale di vita o meglio la convocazione del tavolo negoziale. Mentre i piani alti tacciono, quando non sono impegnati in insoliti “interrogatori” su fischi e contestazioni, ogni giorno spunta un nuovo lenzuolo di protesta e si allunga la lista dei firmatari del documento di sfiducia verso il Magnifico, raccolta che in queste ore sta prendendo la forma di un documento legale da presentare al primo Senato accademico dopo le ferie estive. Una inequivocabile chiamata alle armi che pur avendo soprattutto un significato simbolico vuole dire molto, al Rettore in primis ma non solo a lui. Cgil, Cisl e Uil, intanto, non stanno di certo a guardare: le segreterie nazionali hanno, infatti, già deciso quando e come far partire la protesta delle attività con l’interruzione a fasce orarie e a singhiozzo. Il timore più fondato, tuttavia, specie alla luce degli accadimenti ormai più che quotidiani, è che a metter fine al braccio di ferro tra dg e sindacati possa essere solo un intervento esterno alla d’Annunzio: molti pensano al Ministero a cui sarebbe stato indirizzato un dossier sindacale in cui si mette Roma al corrente di quanto avviene a Chieti specie in termini di tavoli e confronti negati. Qualcuno guarda più vicino, a quegli uffici,non molto distanti dal campus di via dei Vestini, dove carte e documenti si stanno radunando dentro un fascicolo ben preciso.

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