Stavolta non è un terno al lotto: riporre speranze di futuro nei test di ammissione ai corsi di laurea nelle professioni sanitarie potrebbe non essere un’idea del tutto peregrina. I numeri sono piuttosto diversi da quelli dei test di Medicina, dove tra gli aspiranti che ci provano e quelli chi ci riescono c’è sempre un abisso di sconforto. Comunque, resta il fatto che all’Università di Chieti, come in altri atenei italiani, non c’è posto per tutti: alle prove di oggi si sono iscritte 1999 persone, ma ad entrare saranno circa 500, più poche decine di studenti stranieri. I corsi di laurea vanno dalla fisioterapia all’ostetricia, dalla radiologia alla dietistica, dall’assistenza sanitaria all’igiene dentale, fino all’infermieristica, che conta il maggior numero di posti assegnati: 245. Ma come si formano le graduatorie? Ovviamente il criterio adottato è di merito, più punti si fanno nel test e più si avanza in classifica. A parità di punteggio, la spunta il candidato più giovane. Le iscrizioni sono scadute in luglio, questo è il momento della verità. I ragazzi arrivano alla spicciolata, tesi ma non troppo, qualcuno con la mamma, altri in solitario, altri ancora in gruppo. La presenza femminile si fa notare, ma ci sono anche i maschietti. Tutti vengono accolti e guidati con cortesia verso le rispettive aule, dove all’entrata sono invitati a lasciare borse zaini, libri, cellulari, appunti e pc. La speranza, quella invece, possono portarsela dietro, e magari farla copiare a chi non ce l’ha.