Ud’A – Stato di agitazione e diffide in difesa dell’IMA

udaL’appuntamento è per oggi presso la sala riunioni
della Cgil di Pescara, in Via B.Croce: è in quella sede che gli oltre 300 tecnico-amministrativi della d’Annunzio dovranno dire se intendono o meno andare alla guerra in difesa dell’IMA, ossia di 350 euro in busta paga .
“Un avvocato legale di fiduicia del sindacato – si legge in un comunicato diramato ieri dalla FLC Cgil Chieti-Pescara – sarà presente domani ( oggi per chi legge) presso la sede pescarese del sindacato, per illustrare il contenuto dell’atto e i termini generali della futura eventuale vertenza di merito”. Una prima ufficiale presa di posizione della Cgil pronta ad assistere, in una fase ancora stragiudiziale, non solo i propri simpatizzanti. Il sindacato vuole far chiarezza sull’intera vicenda del taglio IMA e soprattutto intende stigmatizzare il modo in cui la delicata materia è stata gestita: “Il D.G. ha prodotto un suo atto con le caratteristiche dell’urgenza ed è evidente che interviene in via cautelativa rispetto alle sue responsabilità vista la premessa della lettera stessa. Non siamo in presenza di un corretto, completo e motivato provvedimento
dirigenziale né in presenza di una deliberazione, istruita e documentata del Cda – leggiamo nel comunicato della Cgi l- La situazione è questa, è molto grave, e noi già in passate occasioni abbiamocensurato le modalità operative del D.G”. Uno scontro che ad ora, forse, può essere scongiurato solo dalla eventuale, tempestiva nonché risolutiva convocazione di un tavolo di trattativa che, almeno, abbia l’effetto di sospendere l’immediata esecutività del taglio dell’IMA (già dalla busta paga di agosto come deciso dal dg del Vecchio). Lungo ben 8 pagine, redatto presso lo studio legale degli avvocati pescaresi Chiara e Franco Sabatini, l’atto di diffida stragiudiziale, intanto, di fatto mette nero su bianco la corale volontà degli amministrativi della d’Annunzio di difendere con ogni mezzo “soldi per molti ritenuti vitali a giudicare dalla retribuzione media che si aggira intorno ai 1200 euro al mese”. Sarebbero già 80 le firme in calce a questo documento di cui abbiamo preso visione ieri: entro la fine della giornata di oggi si conta di arrivare alla massima adesione possibile tenendo presente che molti degli oltre 300 sono già in ferie. Un atto dal sapore anche simbolico visto che si è ancora a livelli stragiudiziali, ma la sensazione sempre più diffusa è che la battaglia sia solo al primo sparo di cannone e che solo una convocazione del rettore, o comunque una sua presa di posizione, possa ritardare la marcia minacciosa degli amministrativi i quali pare possano contare anche su gran parte dei docenti: estranei al taglio in busta paga, ma non per questo insensibili al grido di sfiducia che si fa sempre più insistente da parte dei dipendenti della d’Annunzio. Che questo fronte comune sia l’anticamera della sfiducia nei confronti del rettore Di Ilio? In molti lo pensano, qualcuno lo teme, parecchi ci stanno facendo un pensierino. Introdotta nel 2010 dalla riforma Gelmini, l’arma della sfiducia è, del resto, espressamente prevista anche nell’art. 23 dello Statuto della Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara. Una scelta dal sapore irreversibile, forse anticipata già nelle prossime ore, dalla dichiarazione di uno stato di agitazione.

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