Ud’A – Studenti ( di Lingue) tra corsi fantasma e disagi a non finire

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logo udaUna mensa a 15 minuti di distanza, tasse rincarate, un laboratorio linguistico pagato ben 100 euro ma mai avviato, una docente madre lingua tedesca costretta a rimandare esami e colloqui perchè ferita da un controsoffitto che le è piombato su capo e schiena mentre era nell’aula ricevimento dei Cel (esperti linguistici) e, come se tutto ciò non bastasse, la quotidiana e crescente sensazione di smarrimento dinnanzi al silenzio di chi non ascolta, non recepisce, non risolve. Questo è, molto ma molto in sintesi, l’amaro sfogo che abbiamo raccolto tra gli studenti della Facoltà di Lingue della d’Annunzio di Pescara: un gruppetto su tutti ci chiede di dar voce a disagi e disservizi segnalati da mesi e da nessuno risolti. Sono 5, sono tutti al secondo anno di Lingue, alcuni hanno scelto la d’Annunzio arrivando dalla Puglia piuttosto che dal Molise e quando ci avvicinano, quasi rincorrendoci mossi dalla gioia di poter finalmente parlare con un giornalista, hanno ancora in mano il verbale dell’esame appena concluso con i docenti madre lingua, per intenderci i Cel traslocati nei locali a piano terra del Palazzo Micara ( con relativi amministrativi e cumuli di scatoloni di materiale didattico e documenti personali). Sono passati due giorni dall’intervista – denuncia con la quale abbiamo dato voce al malcontento, per usare un eufemismo, che questi docenti esperti linguistici ( in totale 22) hanno voluto raccontarci entrando nel dettaglio di “ratti che passeggiano su scrivanie e fascicoli, scrivanie allestite a mo’ di call center, 300 studenti che fanno la fila per i colloqui restando in piedi fuori la stanza anche per ore, per non parlare della confusione durante gli esami che sei docenti in sei lingue diverse svolgono, seduti gomito a gomito, con altrettanti studenti spesso costretti a farsi ripetere più volte domande e frasi da tradurre”. Nello stanzone accanto ai Cel, sempre al piano terra del Palazzo Micara ( palazzina rimasta “misteriosamente” chiusa per anni e anni, nonostante una cerimonia di inaugurazione, perchè  dichiarata priva di un documento di agibilità) egualmente accampati troviamo i dipendenti degli uffici amministrativi di Lingue: anche loro traslocati dopo i sigilli apposti dai vigili del fuoco alla scala gialla in seguito al crollo di parte del controsoffittto sulla docente di tedesco. Gli studenti che ci rincorrono per raccontarci quella che definscono “la grottesca vita dello studente Ud’A” sono un fiume in piena: ” Paghiamo le stesse tasse di Chieti non avendo la mensa, se non a 15 minuti a piedi, non abbiamo prati, aule, laboratori, luoghi dove riunirci o esser ricevuti dai docenti madre lingua. L’anno scorso abbiamo pagato persino 100 euro per un laboratorio, proprio con i Cel, mai attivato e non per colpa dei professori che anzi li avevano ideati e promossi: nessuno però ci ha restituito quei soldi per molti di noi pari a metà affitto mensile di una stanza – ci dicono particolarmente infuriati e polemici. ” Andiamo girando come pellegrini o turisti da un corridoio ad un altro senza meta e senza speranza – ironizza Giulio, 22 anni e tanta voglia di trasferirsi a Roma o altrove -, ma quel che più ci mortifica è che segnaliamo sempre tutto e puntualmente a chi di dovere senza ricevere la benchè minima considerazione. Poi si lamentano se calano gli iscritti, parliamo male della d’Annunzio o peggio ancora stendiamo striscioni di protesta all’ingresso del polo di viale Pindaro!”. Ne hanno per tutti questi studenti dell’Università che porta il nome del Vate: per i vertici in primis “colpevoli a loro dire di totale menefreghismo, a partire dal Rettore che nessuno a Pescara vede mai ad esempio a parlare coi ragazzi per ragionare insieme su come migliorare offerta e servizi”. Esprimono la piena e incondizionata solidarietà ai Cel che vedono assiepati nella stanzetta- corridoio e ai dipendenti amministrativi a caccia di topi: salutrandoci ci domandano a che santo votarsi certi che “alla d’Annunzio a questo punto ci vuole proprio un miracolo!”.

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