Da rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, poichè all’epoca dei fatti direttore amministrativo dell’Università de L’Aquila, congiuntamente al Rettore Di Orio e all’imprenditore Marcello Gallucci nell’ambito dell’inchiesta sui presunti affitti gonfiati dei capannoni dove furono ricollocate le facolta’ del capoluogo regionale, danneggiate dopo il sisma del 6 aprile 2009, a “Responsabile della Trasparenza” per la D’Annunzio di Chieti-Pescara di cui Filippo Del Vecchio è già direttore generale da 13 mesi circa. Sfogliando,tuttavia,la legge n.190 del 2012 in materia di prevenzione e repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione qualcuno si è chiesto: non sarebbe stato più opportuno individuare, almeno fino alla conclusione della vicenda giudiziaria che ha coinvolto il manager Del Vecchio, in altra figura interna alla D’Annunzio il referente per quanto afferisce alla delicatissima materia della trasparenza nella pubblica amministrazione? Magari nello stesso Rettore Di Ilio che, si legge sul sito Ud’A, può essere interpellato nella misura in cui il Del Vecchio tardi a fornire la risposta al richiedente. Perplessità,per usare un eufemismo, sollevate anche da alcuni “senatori accademici”: uno in particolare, Goffredo De Carolis,il quale per dovere di cronaca ci ha raccontato essere alle prese con un “Vivace botta e risposta a distanza e a suon di querele con il Direttore Generale Del Vecchio anche per altre ben più gravi questioni di legittimità in merito all’incarico che il medesimo ricopre alla d’Annunzio da più di un anno con un contratto- entra nel dettaglio De Carolis- che è stato ratificato solo di recente, con ciò che questo comporta per tutti gli atti, molti, decisi e firmati da Del Vecchio mese dopo mese”. E quando il 17 settembre scorso lo stesso De Carolis, in qualità di senatore, chiede che la specifica vicenda del contratto venga esaminata dal Senato accademico si vede costretto ad abbandonare la seduta “dopo esser stato zittito” facendo, tuttavia, verbalizzare la sua presa di posizione e di distanza da “troppe questioni che appaiono poco trasparenti e che si stanno consumando lungo molti corridoi di questa gloriosa università abruzzese e italiana”.

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