Ce n’è uno che quando lo attraversi a piedi ti senti ospite indesiderato degli automobilisti. Ce n’è un altro che lo spazio per i pedoni ce l’ha, e pure le biciclette possono percorrerlo: tutti insieme finiscono allegramemente circondati da motori e rumori. Poi ce n’è un terzo, finalmente, paradiso dei pedoni e anche dei ciclisti. Un’opera nata fra l’entusiamo di molti, la diffidenza di pochi e infine l’accettazione di tutti. Un sogno ardito diventato realtà, che tuttavia sembra appartenere di diritto all’universo onirico, quello in cui si progettano opere che sembrano sospese fra cielo e mare. Eppure è concreto, il Ponte del mare di Pescara, concretissimo; sta così bene lì dov’è che in pochi anni è diventato immagine simbolo dell’identità cittadina e patrimonio di tutti. A cogliere il senso profondo di quest’opera architettonica arriva anche un libro dedicato, che riunisce la documentazione inedita relativa alla progettazione, agli studi e alla realizzazione. Il volume, edizioni Textus di Edoardo Caroccia, è stato presentato ieri a Pescara; presenti fra gli altri, oltre all’editore, il curatore Enzo Sivieri, l’ex sindaco Luciano D’Alfonso e l’attuale assessore al’urbanistica Marcello Antonelli.

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