Val di Sangro: sequestrata fabbrica lager, operai in semischiavitù

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saldatoreSequestrata una fabbrica lager in Val di Sangro e arrestato il titolare (un imprenditore 57enne residente a Pescara), oltre ad un Romeno (di 58 anni, residente nel Teramano) che fungeva da intermediario per reclutare decine di operai che lavoravano in condizioni di semischiavitù e senza essere pagati. Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro sono le accuse contestate.
I provvedimenti sono del Gup di Lanciano Massimo Canosa, su richiesta del procuratore Francesco Menditto. L’azienda opera nel settore saldature. Gli operai venivano picchiati e minacciati con le armi: se ne occupava il loro connazionale, pagato anche per questo dall’imprenditore. Dormivano ammassati in un’abitazione ed erano costretti a pagare 500 euro di affitto ciascuno che venivano scalati dalla busta paga, formalmente corretta. Da intercettazioni telefoniche è emerso che alcuni di loro chiedevano al titolare di azienda 10 o 20 euro per poter comprare del pane.
In una conversazione l’imprenditore promette: “Domani ti do un po’ di spesa”. In una circostanza a un dipendente picchiato è stato vietato, dietro minaccia, di farsi medicare al pronto soccorso. Solo il giorno dopo l’uomo è riuscito a farsi visitare, facendo 15 chilometri a piedi, poiché non aveva i soldi per l’autobus.
Alle indagini ha anche collaborato l’ispettorato del lavoro che ha accertato che in fabbrica si lavorava in ambienti malsani, saturi di polveri e fumo. “Non immaginavo – ha detto il procuratore Menditto – che da noi potesse esserci una situazione di caporalato di queste proporzioni”. L’indagine, diretta dal vice questore Katia Basilico, è stata avviata oltre un anno fa, dopo una denuncia che un operaio romeno fece ad una televisione romena, la quale girò immediatamente l’informazione all’associazione romeni di Roma.
Dell’indagine il procuratore Menditto ha informato la Procura antimafia nazionale.

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