Vertenza Ciapi: ” La Regione vuole fare la sua parte”

ciapiIn cassa integrazione a zero ore e a zero euro dallo scorso mese di Marzo, i 36 dipendenti del Ciapi di Chieti scalo chiedono che venga loro restituita la dignità di persone ancor prima che di professionisti nel campo della formazione quali sono. Questo hanno ribadito, questa mattina al Governatore D’Alfonso che si è recato personalmente negli uffici-laboratori di Chieti scalo, i lavoratori di una struttura concepita come fiore all’occhiello per la formazione regionale poi piombata in uno stato di abbandono, anche delle strutture, e di mancati finanziamenti troppo spesso solo annunciati e promessi dalla politica regionale degli ultimi 10 anni. Quindi il tracollo finanziario, la chiusura di molte attività interne, il ridimensionamento professionale, i tagli occupazionali fino ad arrivare alla pagina più nera ossia quella della cassa integrazione ormai giunta, dallo scorso mese di marzo, al baratro delle “zero ore a zero euro”. A più voci e in più passaggi i lavoratori presenti all’assemblea col Governatore hanno ricostruito il proprio dramma umano e professionale senza mai dimenticare le mortificate ambizioni del “progetto Ciapi”: “L’Università ha giocato un ruolo inizialmente provvidenziale salvo poi assorbire solo taluni settori – ci hanno spiegato – prendendo, quindi, in gestione solo alcuni uffici e laboratori con ciò che questo ha comportato per il resto della struttura”.Corridoi, stanze, magazzini e uffici che noi stessi abbiamo filmato in uno stato di degrado e abbandono. Un incontro, quello di oggi, evidentemente servito a fare il punto numerico delle unità lavorative in cerca di nuova occupazione puntando soprattutto al ragionato vaglio del possibile ricollocamento di quelle professionalità spendbili anche in ambiti diversi da quello della formazione in senso stretto. ” La Regione che guido io – ha detto d’Alfonso salutando i presenti – non vuole riempirsi la bocca di belle promesse puntualmente disattese bensì affrontare con piglio risolutivo il fronte occupazionale facendo la sua parte sin da subito”.

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