Rischiano il posto di lavoro e questo dopo essersi specializzati in un settore, quello della riscossione dei tributi locali, certamente poco pochissimo ben visto dai cittadini ma “prezioso per le casse comunali così come per lo stato centrale – hanno spiegato questa mattina in conferenza stampa congiunta di Cgil ,Cisl e Uil. In 170 per l’Abruzzo circa 400 nel resto d’Italia a lavoro fino al 30 giugno prossimo per poi imbattersi anche loro in un vuoto normativo nonchè “di idee nazionali così come regionali poche e confuse”: questi i numeri e il senso della vertenza Soget Spa azienda che riscuote il 70% dei tributi per conto di altrettanta percentuale di comuni abruzzesi. “Una società fatta di professionalità eccellenti – hanno polemizzato i sindacati – che rischiano di esser buttati fuori dal mercato del lavoro dato che la loro elevata specializzazione difficilmente prevede un ricollocamento, tantomeno nell’ambito di quei comuni che volessero assorbire lavoratori e competenze!”. Esempi da seguire per risolvere la vicenda abruzzese quanto già fatto in altre regioni vedi Toscana, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna dove nuove società hanno ricollocato ruoli e tutti i lavoratori. Una storia trentennale destinata a morire senza che nessuno muova un dito – hanno concluso le Rsu- di qui il nostro appello corale affinchè i parlamentari abruzzesi si facciano promotori del nostro disagio anche nell’ambito delle apposite commissioni finanze del neo governo Letta”.

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