“Tiqqun ‘olam”, rammendare il Mondo: con questa espressione ebraica, il direttore del Centro Monteverde di Roma, Rav Shalom, ha aperto agli studenti del liceo scientifico D’Ascanio di Montesilvano, la Giornata della Memoria. 27 gennaio del 1945, i cancelli di Auschwitz vengono abbattuti dai soldati dell’Armata Rossa e si apre al mondo l’orrore della Shoa: 6 milioni di Ebrei sterminati dalla lucida follia nazista. Ma “Tiqqun ‘olam” vuol dire anche non essere schiavi, ha detto Hazan, non essere schiavi dell’odio verso i diversi. Una diversità che è arricchimento non limite, forza non inferiorità. Tante, anche in Abruzzo, sono state le celebrazioni che hanno riportato indietro nella storia recente, grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, all’incontro con gli studenti, alle medaglie conferite, che non vogliono essere freddo cerimoniale, ma una testimonianza forte, perdurante nel tempo. A Montesilvano l’incontro voluto dal sindaco Attilio Di Mattia, a Pescara, sala della Provincia gremita degli studenti del Di Marzio – Michetti, di autorità, col Prefetto D’Antuono a ricordare l’orrore di ogni regime, e quella pagina di storia, scritta col sangue dai vinti più che dai vincitori, lo sterminio e la persecuzione del popolo ebraico, dei deportati politici e militari. Sono state conferite le medaglie d’ onore del Capo dello Stato ai cittadini della provincia di Pescara che furono internati nei lager nazisti. L’Abruzzo vanta il poco lodevole primato di essere la regione nella quale, durante la seconda guerra mondiale, il regime fascista istituì il maggior numero di campi di concentramento, ben 15, oltre a diverse località d’internamento libero. Nello stesso tempo ci furono storie di solidarietà, aiuto e rispetto, tra le popolazioni locali e gli internati. L’Abruzzo non vuole dimenticare, si scrolla di dosso la retorica, si affida al cinema, al teatro, alle parole, alle immagini, alle tante iniziative partecipate, affinché il Giorno della Memoria sia memoria, a lungo termine.

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