“Malgrado il tempo trascorso dal terremoto del 6 aprile 2009 deve con amarezza constatarsi che il centro storico della città, cuore pulsante della sua vita culturale, della sua arte e della sua socialità, è ancora devastato e non è stato restituito ai cittadini, che sono segnati e provati da sfiducia e incertezza sul loro futuro”.
Anche quest’anno la relazione del Presidente della Corte d’Appello dell’Aquila Stefano Schirò sull’amministrazione della giustizia in Abruzzo si apre con il riferimento alla situazione post sisma del capoluogo di regione.
Schirò ha parlato del clima di collaborazione tra le istituzioni pubbliche per la rinascita del capoluogo auspicato già nella relazione dello scorso anno giudiziario.
Stando agli eventi che hanno caratterizzato la vita pubblica della città nei mesi passati e anche di recente dobbiamo purtroppo prendere atto come quel clima non si sia realizzato, è stata la valutazione del Presidente.
Entrando nello specifico delle recenti vicende giudiziarie sulla ricostruzione Schirò ha sottolineato: “Qualcuno ci ha provato a sostituire la legalità con la opportunità, la discrezionalità, l’efficienza, i risultati concreti conseguiti a qualunque costo. Gli effetti li abbiamo visti e li stiamo vedendo proprio qui a L’Aquila, dove i danni causati da metodi apparentemente rapidi ed efficaci, ma non sempre legali, sono sotto gli occhi di tutti”.
Negli interventi che hanno seguito quello del Presidente è stato sottolineata la crisi di efficienza e funzionalità del sistema giudiziario evidenziando i principali problemi, a partire dalla lentezza dei processi civili e penali, con 7 milioni di processi pendenti in Italia. Presenti in aula i rappresentanti delle istituzioni, parlamentari. Assenti il presidente della Regione Gianni Chiodi ed il presidente del Consiglio regionale Pagano. Per il Governo è intervenuto il sottosegretario Legnini che si è soffermato sui rapporti tra politica e magistratura, nei quali, ha sottolineato, “vi è un’assoluta serenità”.

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