video » Chieti: “Giustizia per mio figlio!”, s’incatena in ospedale

ospedale chieti“Quella di Samuele, un sedicenne di Chieti paraplegico dalla nascita , è una assurda storia simile a quella di tanti altri in attesa, nonostante una sentenza di 3 anni fa dopo 10 anni di perizie, controperizie e udienze, di un risarcimento milionario riconosciuto, quantificato in circa 4 milioni di euro ma mai ottenuto con ciò che questo comporta per la salute di un ragazzo che ha forse più di chiunque altro il sacrosanto diritto di vivere una vita degna di esser definita tale nonostante qualcuno gliel’abbia distrutta il giorno in cui è semplicemnete venuto alla luce!”. E’ papà Sandro a parlarci così: occhi lucidi, una scritta addosso in cui chiede che venga fatta giustizia e una catena ai piedi. Mancano pochi minuti alle 8 quando decide di incatenarsi dinnanzi l’ingresso del Policlinico di Colle dell’Ara tra sguardi curiosi di chi passa e chiede e la partecipazione di molti che restano a manifestargli affetto e solidarietà una volta capito il dramma che questa famiglia, e Samuele in primis, vive da 16 lunghi dolorosi anni. Con Sandro l’avvocato Del Gallo che cura da 10 anni la delicata pratica risarcitoria arrivata a sentenza nel novembre del 2010 senza che, tuttavia, ad oggi Samuele abbia ricevuto un solo centesimo: ” Samuele in America cammina, lo abbiamo portato già tre volte per delle cure che pare esistano solo in quegli ospedali americani e vederlo sollevarsi, sorridere, camminare e muoversi è ogni volta una commozione assurda – ci dice papà Sandro- ma i soldi, anche di alcune collette cittadine, sono finiti  e da tanto e sono tre anni che Samuele non può andare in America a curarsi pur avendo in mano una sentenza di oltre 3 milioni di euro di risarcimento coi quali potrebbe proprio viverci in America!”. Intorno alle 11 papà Sandro e il suo legale vengono ricevuti da un dirigente della Asl :  mezzora più tardi al nostro microfono ci raccontano le rassicurazioni che si sono sentiti dire affinchè  la situazione possa sbloccarsi e presto col massimo impegno dei vertici amministrativi della Asl.  “Finchè non vedrò quei soldi non posso credere a nessuno, posso solo sperare che questa sia la volta giusta- ci saluta Sandro mentre sistema catene e cartelloni per tornare a casa dal suo Samuele.


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