C’era una volta (ma nemmeno tanto tempo fa: era il 2011) una pista ciclabile regalata alla città dalla sua fabbrica più grande. La FATER. C’è adesso quello che mostrano le telecamere: un percorso aggredito dall’incuria, dal vandalismo e dalle calamità. Inizia da qui, a ridosso del cementificio di Via Raiale, il tour del centrodestra pescarese per mostrare il lato oscuro di Pescara, e richiamare la Giunta Alessandrini ai propri doveri: quelli della manutenzione e del decoro urbano, ma addirittura anche quelli della tutela della sicurezza e della salute dei cittadini. Le implicazioni della situazione attuale di ciò che resta della pista ciclabile sono infatti potenzialmente gravi e allarmanti: per il ciclista che vi si imbatte in orari sbagliati c’è il rischio costante di essere inseguito dai cani, assaltato dai tossicodipendenti, o di finire al non lontano ospedale se si mette la ruota in un punto sbagliato. Arrivati a ridosso del fiume, di cui si poteva ammirare il panorama da una staccionata, il percorso termina bruscamente. Ma qui il Comune non c’entra molto, dicono gli stessi consiglieri di opposizione: il danno è dell’alluvione del 2013. A raccontare questa storia, a nome di Forza Italia, Pescara Futura e Nuovo Centrodestra, sono i toni amari di Guerino Testa, che da presidente della Provincia promosse l’intesa con la Fater, con una donazione da 250mila euro per realizzare l’opera. Pista mai inaugurata, per la concomitanza dei cantieri dei ponti, ma fruibile ai ciclisti per i primi anni. La manutenzione spettava al Comune, che -denuncia il centrodestra- mai si è visto in questa terra di nessuno, dove hanno vinto i tombini sventrati da chi va a caccia di rame, l’asfalto devastato dalle perdite delle fognature, le recinzioni e le staccionate distrutte, l’immondizia, le lattine e una selva di siringhe dappertutto. Resiste solo una panchina, sovrastata da uno dei pochi lampioni risparmiati dalle sassate. Soltanto perché danno luce per farsi “il buco”.

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