video » CNA, Economia “Abruzzo peggio dell’Italia”

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CNASe l’Italia va male, l’Abruzzo va peggio osserva la Cna regionale scorrendo i dati riassuntivi sull’andamento dell’economia abruzzese nei primi nove mesi del 2012. Il timore della confederazione artigiana è che, in realtà, sia ormai esaurita la spinta generata da un modello di sviluppo che per anni è stato fondato sulle multinazionali: una presenza che, pur rappresentando una ricchezza straordinaria, rischia ora, in caso di chiusure e delocalizzazioni, di lasciare ferite profonde nell’economia e nel tessuto sociale. Mostra il suo logoramento- dice la Cna – un modello di sviluppo centrato essenzialmente sulle multinazionali, ma incapace oggi di attrarre nuovi e importanti investimenti della grande impresa: è da almeno 15 anni, infatti, che la Regione non riesce più a svolgere una efficace politica industriale, sia per quanto riguarda la grande impresa che quella piccola e l’artigianato. Una assenza di politiche industriali che, nei periodi di sviluppo, poteva trovare minore impatto grazie a una economia florida, investimenti, abbondante erogazione di credito alle imprese e alle famiglie; ma che al contrario, oggi – a parte alcune misure condivisibili come quelle legate a reti d’impresa, poli di innovazione e al cosiddetto “pacchetto Presto” –  finisce per acuire i dati negativi dell’economia abruzzese.
Tra le misure urgenti da porre all’attenzione del confronto con istituzioni, forze politiche e sociali, la Cna indica al primo posto il credito alle imprese, vera emergenza nelle emergenze: senza misure drastiche in questa direzione, l’inizio del 2013 potrebbe essere segnato dalla chiusura di migliaia di imprese per drammatica carenza di liquidità. Ragione, questa, che ha spinto la stessa Cna, insieme alle altre organizzazioni della piccola e media impresa (Confartigianato, Confesercenti, Casartigiani e Claai) a chiedere alla Regione di destinare subito almeno 24 milioni dei fondi Fas per il sostegno alle imprese attraverso i confidi.
Ancora, la Cna indica nell’agenda delle priorità la ricostruzione dell’Aquila, una politica di rilancio delle opere pubbliche (a cominciare da quelle che possono interessare aree vaste come quella metropolitana Chieti-Pescara) e l’adesione al progetto di costruzione della macro-regione Adriatico-Jonica, elemento ormai strategico per lo sviluppo futuro dell’Abruzzo, anche alla luce del via libera concesso a dicembre dagli organi dell’Unione europea per la sua costituzione. La Cna chiede poi alla Regione di rimettere al centro della sua agenda politica il rilancio delle aree interne, a partire dal valore aggiunto di “regione verde d’Europa”, con politiche rivolte soprattutto ai giovani e allo sviluppo del turismo e delle attività produttive eco-compatibili. La confederazione artigiana, inoltre, chiede di procedere senza indugio lungo la strada della riforma della pubblica amministrazione, con tagli alla spesa improduttiva, snellimento delle procedure burocratiche, riduzione dei tempi di attuazione dei provvedimenti, in modo da renderli compatibili con le esigenze del sistema produttivo. Infine, la Cna chiede l’abbattimento ulteriore della pressione fiscale, la creazione di un’unica agenzia di sviluppo, la drastica riduzione delle società pubbliche (a cominciare dai trasporti), la prosecuzione delle politiche di riduzione della spesa e del debito sanitario mantenendo la qualità dei servizi erogati ai cittadini.


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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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