(di Marianna Gianforte) – Il 19 febbraio scorso i giudici di Roma hanno dichiarato il fallimento della Edimo spa, una delle società del Gruppo Edimo di Poggio Picenze impegnato nella ricostruzione all’Aquila con decine di cantieri. Da allora con un effetto domino anche altre società del Gruppo hanno risentito della crisi. Una vicenda ancora tutta da definire e in evoluzione, con lavoratori da mesi senza stipendio. Ma questa come tante altre vertenze che nel corso dei sei ani post-sisma si sono succedute all’Aquila, non è solo una questione sindacale, o imprenditoriale. Riguarda invece la vita delle persone, che dal 2009 aspettano e sognano di rientrare nelle loro case. Un ritorno che si vedono sfuggire a un passo dal realizzarlo. Come Simonetta e Carlo, che nel loro palazzo di via Aveja, alla periferia ovest della città, dovevano rientrare il 22 marzo scorso, esattamente un mese dopo l’istanza di fallimento arrivata da Roma per la Edimo spa. Un altro inghippo fra i tanti di questa complessa ricostruzione, che rimanda all’infinito il ritorno alla normalità. E intanto ci si chiede che fine faranno tutti i cantieri, non solo quelli del Gruppo Edimo, coinvolti in vertenze e bloccati dai concordati preventivi.

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