video » Economia- dati negativi per le imprese abruzzesi

SEBASTIANI

economia1La crisi c’è e si vede e la morìa di imprese ne è una drammatica testimonianza. I dati negativi che emergono dai Registri delle quattro Camere di commercio abruzzesi vengono analizzati dal Cresa (Centro Regionale di Studi e Ricerche Economico Sociali ) e rilevano come tra gennaio e dicembre dello scorso anno alla nascita di 9.599 imprese si contrappone la cessazione di 10.768 imprese , con un saldo di fine anno pari a -345 (al netto delle cancellazioni d’ufficio) che portano a 149.334 il totale dello stock di imprese esistenti al 31 dicembre 2013. Come nel 2012 la provincia di Pescara ha manifestato la maggiore vivacità con un incremento del tessuto imprenditoriale di 402 unità per cui è al 6° posto nella graduatoria delle province italiane. Anche in provincia di Teramo si registrano risultati positivi, ma solo lievemente , mentre le province de L’Aquila e Chieti fanno rilevare valori negativi che sono sensibilmente peggiori rispetto al 2012, e che pongono Chieti agli ultimi posti della suddetta graduatoria.Considerando i settori si evidenzia il calo ormai consueto delle imprese del settore agricolo con il peggior saldo negativo tra tutti i settori. Nell’ambito del secondario diminuiscono le imprese manifatturiere e soprattutto quelle delle costruzioni mentre aumentano quelle della fornitura di energia elettrica, gas e vapore .Nel settore dei servizi si riscontra, in particolare, il lieve aumento delle imprese del commercio delle imprese di alloggio e ristorazione , delle attività immobiliari e quelle del noleggio e agenzie di viaggi .
Per l’artigianato il 2013 è stato un anno molto difficile con 987 imprese in meno, derivanti dal fatto che le 2.054 nuove iscrizioni non sono riuscite a compensare le 3.041 cancellazioni con un tasso di crescita molto negativo . Le imprese registrate sono di conseguenza diminuite arrivando a 34.080 unità. “E’ un risultato molto preoccupante, peggiore degli ultimi 7 anni e tra i peggiori a livello di regioni italiane” Tutte le province hanno fatto rilevare valori negativi dei saldi e dei tassi di crescita, con situazioni particolarmente difficili molto diffuse considerando che a Chieti, Teramo e L’Aquila sono state perse rispettivamente 324, 294 e 251 imprese artigiane. I tassi di crescita, quindi, risultano molto negativi in peggioramento rispetto al 2012 e collocano tali province nelle ultime posizioni della relativa graduatoria nazionale.


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