L’AQUILA – “La risata? Sono stata fraintesa. La mia era una reazione emotiva al telefono, nient’altro”. Così si difende l’ex prefetto dell’Aquila, Giovanna Iurato, intervistata da Giuseppe Caporale de “La Repubblica”. La Iurato, accusata di “finta commozione” davanti alle macerie della Casa dello Studente, dice che ora il suo stato d’animo è “troppo dispiaciuto”. Ed anche al taccuino di Virginia Piccolillo de “Il Corriere della Sera” spiega, attraverso il suo avvocato, Renato Borzone, che si è trattato di “risate amare, nessuna ironia, nessun sarcasmo. Il prefetto lo ha chiarito anche ai magistrati”.
“Quella dell’Aquila per me – ha spiegato Giovanna Iurato a Repubblica – era una situazione nuova, del tutto diversa. Chi non ci ha vissuto non può capire. Avevo paura e al telefono con un amico ho avuto una reazione emotiva. Ma so bene che ciò che posso dire io adesso, in questo momento vale poco. Sono le persone dell’Aquila che mi hanno conosciuto in questi anni che devono parlare e dire come sono veramente. Anche perchè davanti alla Casa dello Studente mi sono commossa veramente. E non si può giudicare una persona dalla trascrizione di una telefonata fatta in un contesto particolare. Il periodo iniziale dell’Aquila per me è stato terribile. In certe situazioni si può reagire in tanti modi. E certe volte uno può fare una risata nervosa perchè oppressa dalla paura”.
Una spiegazione, quella della Iurato, che non sembra convincere gli aquilani e, più in generale, l’opinione pubblica non soltanto abruzzese. Ci sarà qualche persona che, nei suoi anni aquilani, ha conosciuto l’ex prefetto Iurato e si sente di spezzare una lancia a suo favore?
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