Unico per rusticità ed adattabilità, il maiale nero abruzzese torna a popolare le campagne dopo decenni all’ombra più che delle secolari querci, della totale dimenticanza e del pericolo estinzione. L’associazione tutela del maiale nero d’Abruzzo, in collaborazione con l’associazione regionale allevatori e Slow Food, già da diversi anni ha avviato un progetto per il recupero e la tutela di questa vera e propria tipicità tutta nostra nel panorama della zootecnia: “Da un piccolo allevamento a Caramanico, ora sono 15 gli allevamenti sparsi sul territorio – spiega Simone Angelucci veterinario e presidente dell’associazione tutela del maiale nero d’Abruzzo – da nostre ricerche storiche abbiamo scoperto che questo animale già dal secolo scorso era considerato un vero e proprio fiore all’occhiello non solo della gastronomia, ne parla d’Annunzio in “Terra Vergine”, ne parlano studiosi e abbiamo trovato perfino tracce nelle più importanti enciclopedie. ” Dal rischio estinzione, dunque, alla riscoperta attraverso la realizzazione di allevamenti controllati, tutti all’aperto, ma anche ad un percorso guidato per promuovere il consumo consapevole di questa razza autoctona.

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