video » L’Aquila: prima lo sciopero poi torna il sereno

Improta Umberto LAquila CalcioL’AQUILA – Una giornata, quella di ieri, ricca di spunti e di riflessioni. Prima lo sciopero della squadra, poi il chiarimento e alla fine è tornato il sereno.Ricostruiamo la giornata.  Nel pomeriggio la formazione rossoblù ha deciso di non allenarsi. Motivo? Capitan Carcione e compagni non si sono sentiti tutelati al cospetto di forti attacchi mediatici che nell’ultimo periodo hanno puntato l’indice contro lo spogliatoio e la squadra. Se da un lato possiamo sentirci d’accordo con la squadra sulle motivazioni, con la società che doveva essere più presente a tutela dei suoi giocatori ( il comunicato di smentita è arrivato troppo tardi e quando oramai la protesta c’era stata), dall’altro non condividiamo la forma di protesta. Lo sciopero è un diritto dei lavoratori , ma il buon senso deve sempre prevalere. Allenarsi regolarmente e poi convocare una conferenza stampa per rendere noto il malumore e smentire i contenuti che hanno infastidito lo spogliatoio sarebbe stata la soluzione migliore.  La tifoseria organizzata, presente ieri a San Gregorio, ha chiesto e ottenuto un incontro congiunto con squadra e società per chiarire quanto accaduto e avere delucidazoni sull’effettiva situazione in casa rossoblù. E proprio alla tifoseria organizzata va dato un merito grande. Quello di aver saputo con educazione e rispetto delle regole smuovere le acque. Dopo il confronto è tornato il sereno, con la volontà da parte di tutti di remare verso la stessa direzione. La promozione tramite play off. Ma qualche considerazione va fatta. Per vincere un campionato deve esserci un intreccio perfetto tra tutte le componenti. Nessuna esclusa. A cominciare dalla società, per carità forte, giovane e di prospettiva ma che deve crescere sulle piccole cose. Tutelare i propri giocatori è un dovere se l’ambiente ( quello che non vuole il bene dell’Aquila calcio) attacca con il chiaro intento di distruggere, una società forte che vuole vincere non si limita al rispetto del pagamento delle scadenze federali ( e con i tempi d’oggi è un grande sacrificio). Ma, lo ripetiamo, la società è forte, giovane e di prospettiva. Ogni esperienza sarà utile per il futuro. La squadra deve pensare a giocare, avere le spalle larghe sulle “chiachiere”, guardare al campo e fare il massimo, senza ricordare ( ma non tutti erano presenti, come mai se ne parla?) lo scorso campionato e magari evitando forme di protesta così plateali( fermo restando che le motivazioni sono condivisibilissime). Noi crediamo nell’unità di questo spogliatoio e nella volontà unanime di centrare l’obiettivo. Ora però occorre dimostarlo sul campo cancellando l’ultimo mese opaco. I tifosi. Se la giornata di ieri si è trasformata in un passaggio costruttivo e forse più interessante di un semplice allenamento sul campo gran parte del merito è loro. Con educazione hanno preteso chiarimenti facendo trapelare anche qualche contraddizione di troppo sull’asse squadra – società. Risolta, o almeno ci auguriamo. L’atteggiamento avuto dai tifosi ( quelli veri) ieri è l’atteggiamento che dovrebbe avere una piazza ancora troppo fredda e non propositiva. Squadra, società, piazza: quando ci sarà un intreccio perfetto allora la strada sarà in discesa. E la giornata di ieri potrebbe aver segnato proprio l’inizio di questo percorso.


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