Orso ucciso: la politica si mobilita, i cani fiutano, l’allevatore denuncia

orso mortoOltre che gli investigatori chiama in causa anche la politica la pressoché certa uccisione per avvelenamento di un orso bruno marsicano scoperta ieri nel territorio della riserva del monte Genzana a Pettorano Sul Gizio, in triste concomitanza non soltanto con lo spiaggiamento dei cetacei a Vasto, ma anche con l’episodio della soppressione di Daniza, questa -attenzione- istituzionalizzata. Una differenza da marcare bene, perché il gesto di uno o più criminali non può essere confuso con quello autorizzato dalle istituzioni, e perché la maggioranza delle popolazioni abruzzesi, anche quelle che vivono nei parchi, si riconoscono nelle considerazioni del Direttore del PNALM Dario Febbo, il quale al Tg8 nei giorni scorsi aveva dichiarato: “E’ un dato culturale assodato che le popolazioni appenniniche siano abituate di più rispetto a quelle mitteleuropee alla convivenza con orsi e lupi, nonostante si tratti di animali pericolosi e in grado di produrre danni“. L’assessore regionale alla caccia Dino Pepe, in una nota, ricorda gli interventi in corso nel Patto di tutela dell’orso marsicano. “Noi -ha aggiunto- supportiamo a tutti i livelli l’opera di monitoraggio e protezione effettuata dall’Ente Parco, tanto che abbiamo adeguato il calendario venatorio alle esigenze degli orsi”. Una stoccata indiretta verso chi aveva contestato negli ultimi giorni il calendario stesso. Va giù duro l’ex consigliere regionale e leader degli animalisti italiani Walter Caporale che annuncia un sit-in per martedì a Roma per chiedere le dimissioni del ministro Galletti dopo i due episodi di Abruzzo e Trentino. Rispetto ai quali a sua volta Legambiente chiede di affrontare la questione della convivenza tra i grandi carnivori e l’uomo con strumenti adeguati, impegnando professionalità e investimenti necessari a modificare concretamente l’attuale situazione di approssimazione e dilettantismo”. Legambiente ribadisce quindi la necessità di mettere in campo un progetto nazionale strategico per la tutela dell’orso sul territorio italiano, che preveda finalmente l’impiego di personale competente e di adeguate risorse finanziarie fino ad oggi sempre negate. “Adottare in tempi brevi la costituzione di una banca del seme per garantire la conservazione della specie: a proporlo al Governo è il deputato di Sel, Gianni Melilla, in un’interrogazione rivolta al Ministro dell’Ambiente dopo la morte dell’ennesimo esemplare di orso bruno marsicano nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm). Ricordando che la popolazione dell’orso si è ridotta negli ultimi anni a circa 60 esemplari, Melilla chiede al Governo quali iniziative intende assumere per sostenere l’azione dell’ente parco a tutela della conservazione dell’orso bruno marsicano e in particolare se non ritenga necessario adottare in tempi brevi la costituzione di una banca del seme, valutando con un pool di esperti internazionali la fattibilità di un programma di conservation breeding. “Quest’ultimo episodio – sottolinea Melilla – segnala una progressione preoccupante: se dividiamo infatti l’intervallo temporale, della statistica relativa agli orsi rinvenuti morti tra il 1971 ed il 2012, in periodi di sette anni, notiamo come ai primi due cicli turbolenti della vita del parco con rispettivamente 22 e 26 decessi, ne sono seguiti altri due dei quali il primo con ‘soli’ 12 morti ed il secondo in ripresa con 17 vittime. L’ultimo che stiamo vivendo (2006-2014), registra una brutta accelerazione con ben 24 perdite di cui quattro quest’anno”. 

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DOCUMENTO – IL PATTO DI TUTELA DELL’ ORSO MARSICANO

DOCUMENTO – L’ULTIMO PROTOCOLLO D’INTESA PER SALVARE L’ ORSO

 

Al lavoro i cani antiveleno

I cani antiveleno del Corpo Forestale dello Stato sono al lavoro da questa mattina nell’area limitrofa al ritrovamento ieri dell’orso morto, che giaceva sul ciglio di una stradina ciclabile nelle campagne del Comune di Pettorano sul Gizio, nell’Aquilano. L’unità è composta da due cani e un conduttore. L’attività è rivolta alla ricerca di eventuali bocconi avvelenati, visto che l’orso ad una prima ricognizione visiva, non presenta lesioni da trauma nè ferite d’arma da fuoco. Più tardi l’attività si sposterà in una zona a due chilometri a monte e valle dal punto del ritrovamento dell’orso. Il personale del Corpo Forestale sarà impegnato in un monitoraggio metro dopo metro per verificare se ci fossero altri animali morti nella zona, in modo avvalorare o meno la tesi principale ora seguita dagli investigatori, che è quella dell’avvelenamento. Una dozzina i forestali impegnati nella ricognizione. Il rapporto del veterinario della Forestale sarà consegnato alla procura di Sulmona. Martedì la carcassa dell’orso sarà trasferita a Grosseto all’istituto zooprofilattico.

“Non c’è la certezza matematica, ma con buona probabilità si tratta dello stesso orso che l’altra sera ha avuto un incontro ravvicinato con una persona del posto”. Ad affermarlo il comandante provinciale del Corpo Forestale dell’Aquila, Nevio Savini, che da stamattina sta coordinando le indagini nei luoghi frequentati dall’orso trovato morto ieri attorno a mezzogiorno in località San Biagio, nel comune di Pettorano sul Gizio nell’Aquilano. L’altro ieri nella stessa zona era stato segnalato un orso che era entrato in un pollaio dove era stato sorpreso dall’allevatore, che, per allontanarsi dall’animale, aveva sbattuto alla testa, perdendo i sensi. “Abbiamo fatto tutte le repertazioni necessarie all’identificazione che devono essere validate – ha spiegato Savini – ma dalle foto e dai filmati acquisiti che ci sono stati forniti da alcuni residenti, sembrerebbe sia lo stesso anche se non ne siamo sicuri al cento per cento”. Nella zona della Riserva di Pettorano sul Gizio è stata accertata la presenza di altri due orsi oltre a quello trovato morto, un maschio e una femmina, Peppina, quest’ultima con il radio collare attualmente fuori uso perché scarico. 

L’allevatore denuncia

Non dorme da due giorni e lunedì mattina si recherà dal neurologo per una visita specialistica con cui stabilire la gravità della patologia. È intenzionato a chiedere il risarcimento dei danni subiti l’allevatore di 57 anni, residente nella frazione di Ponte d’Arce nel comune di Pettorano sul Gizio, rimasto ferito con una prognosi di 15 giorni dopo aver avuto, due giorni fa, un incontro ravvicinato con un orso. Tramite il suo avvocato Valentino Zurlo, l’uomo ha fatto sapere che “al di là del fatto che non ci sia stata un’aggressione diretta da parte dell’animale, ci sono state delle conseguenze derivanti dal fatto. Danni fisici e materiali oltre che psicologici che al momento non vogliamo quantificare”. L’uomo si era diretto verso il pollaio dopo che la figlia in piena notte aveva sentito dei rumori. Da dietro un cespuglio era spuntato un orso e lui nell’indietreggiare per la paura è caduto battendo la testa e perdendo i sensi. Il Corpo forestale sospetta possa essere lo stesso orso trovato morto ieri a poche centinaia di metri dall’abitazione dell’uomo. 

 


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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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