video » La lunga strada dei processi per i crolli del terremoto

Casa Studente LAquilaTre condanne a quattro anni ed una a due anni e sei mesi a carico dei tecnici che ristrutturarono ed ampliarono la  Casa dello studente dell’Aquila crollata il sei aprile del 2009 in seguito al devastante terremoto delle 3,32. Sotto le macerie furono recuperate otto giovani vittime. Una sentenza per molti versi attesa che però non potrà mai colmare il profondo dolore ed il senso di vuoto dei genitori e dei familiari delle giovani vittime. – “Mio figlio Francesco proprio oggi avrebbe compiuto 28 anni. Lui non era uno studente ma è rimasto nella Casa dello Studente per aiutare la sua fidanzata, Angela, studentessa di ingegneria morta anche lei sotto le macerie e che amava profondamente, e i suoi amici.  E’ una delle tante testimonianze raccolte al termine del processo della signora Annamaria Cialente, madre di Francesco Esposito, giovane custode della Casa dello Studente. Anche la signora Cialente, al termine della lettura della sentenza da parte del giudice, Giuseppe Grieco, come tutti i parenti delle vittime e degli stessi giovani sopravvissuti, ha accolto il verdetto di primo grado in un clima di rabbia e commozione. “Se avessero chiuso la casa dello Studente nessun ragazzo sarebbe morto. Quello per il crollo della Casa di Via XX Settembre è divenuto, il tragico simbolo della maxi inchiesta sul devastante terremoto di circa quattro anni fa che provocò, lo ricordiamo,  la morte di 309 vittime innocenti. Quello di ieri, è il quinto processo che giunge a conclusione in primo grado nel capoluogo di regione. Riassumendo cronologicamente l’attività processuale nel Tribunale dell’Aquila dobbiamo fare un salto indietro fino al 19 ottobre dello scorso anno.  Nell’ambito del processo per il crollo di una palazzina in Via Generale Rossi, Diego De Angeli, progettista e direttore dei lavori di restauro dell’edificio è stato condannato a tre anni per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni.
 Nel crollo morirono la figlia ed altre 16 persone. Assolti con formula piena il fratello Davide De Angelis collaudatore e Angelo Esposito, titolare dell’impresa che all’inizio del duemila eseguì i lavori di restauro. Nel novembre successivo , la sentenza del processo ai sette componenti della Commissione Grandi Rischi. Scienziati, esperti, studiosi che durante lo sciame sismico pochi gioni prima la devastante scossa, rassicurarono la popolazione inducendola a restare nelle proprie abitazioni. Sei anni di carcere, interdizione perpetua dai pubblici uffici, risarcimenti per circa otto milioni di euro ed il pagamento di tutte le spese processuali, a carico dei sette imputati, Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce. La terza sentenza è quella per i crolli in Via Sturzo. Tre anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e disastro colposo è la condanna inflitta ad Augusto Angelini, oggi ottantacinquenne, unico sopravvissuto tra i cinque presunti responsabili individuati dai magistrati dell’accusa per il crollo di due edifici di Via Luigi Sturzo nel centro storico della città. Nei due crolli al civico 33 e 39 morirono in tutto 27 persone. Infine, il processo per il crollo del Convitto Nazionale, conclusosi nel dicembre dello scorso anno, con la condanna a quattro anni di reclusione per l’ex preside della struttura, Livio Bearzi, e l’assoluzione dell’altro imputato, il dirigente provinciale Vincenzo Mazzotta. Nel crollo del Convitto persero la vita tre adolescenti di 15 e 16 anni.  A L’aquila occorre una riflessione pubblica per analizzare decenni di disastri urbanistici . Un territorio ad altissimo rischio sismico dove le più elementari precauzioni antisismiche venivano puntualmente ignorate. Per individuare tutti i responsabili occorrerebbe analizzare gli scempi urbanistici degli ultimi decenni per evitare che disastri come quello del 2009 possano ripetersi ancora.


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