L’AQUILA – Un incubo senza fine, una stagione già terminata e con tanti interrogativi, molti banali e ricorrenti sempre e solo quando le cose vanno male. Una squadra senza anima e senza spina dorsale solo lontana parente di quella che neanche due mesi fa aveva dato una lezione di calcio all’Ascoli. Al Fattori finisce 1-0 per la Reggiana con un regalo di Pedrelli figlio di una tranquillita persa e di un gruppo che compatto non riesce più ad esserci. Perchè? La nostra idea la ripetiamo da tempo. il mercato di gennaio ha toccato gli equilibri già deboli per una realtà che, Pro Piacenza docet, in equilibrio ci restava solo grazie ai risultati del campo. L’Aquila c’è solo per una parte di primo tempo ma i pericoli arrivano solo da palla inattiva o da svarioni difensivi ospiti non sfruttati. Sandomenico in due occasioni non è attento, Perna di testa sfiora il palo poi Karkalis trova Del Pinto tra lui e il gol. Nella ripresa ti aspetti un cambio di marcia ma al contrario ecco un’ulteriore involuzione. Il 4 3 3 ridisegnato da Zavettieri è inconcludente, Corapi in campo solo nei secondi 45′ è una scelta che non convice, Karkalis rimedia il doppio giallo e la Reggiana sciupa l’impossibile in contropiede. Solo Corapi con un gran destro mette i brividi a Feola ma sinceramente non può bastare. La società ha comunque ribadito la fiducia a Zavettieri. Ma la domanda è: a cosa serve cambiare oggi? E l’altra domanda: ma che fine ha fatto la squadra che per almeno due mesi aveva un’identità vera e insegnava calcio? Le parole di Colombo, tecnico della Reggiana , nel dopo partita sono eloquenti: ” Al Mapei Stadium l’Aquila per 70′ ci mise in grossa difficoltà e ad oggi è stata l’unica squadra in grado di farlo”. Quella squadra giocava con il 4 3 3 , aveva Manuel Mancini da interno di centrocampo con Corapi metodista e aveva Zappacosta che cambiava ritmo dalla panchina. E aveva un’identità chiara e precisa: pressare alto , recuperare palla e andare in porta. Sono passati pochi mesi da quel giorno, ma per l’involuzione avuta dalla squadra sembra davvero un’eternità. Fine dei giochi.

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