TERAMO – E’ un Teramo bello, propositivo e vincente quello visto oggi al Comunale di Piano d’Accio. Contro il Gubbio finisce 2-1, Lapadula vede la porta con disarmante facilità e pere l’11 di Vivarini ecco servita la terza vittoria consecutiva. Sio gioca davanti a oltre 2000 spettatori, il caldo estivo non intimorisce i diavoli che corrono e lottano per tutti 90′ e non si fanno intimorire dal momentaneo vantaggio ospite. Vivarini conferma l’11 di mercoledì scorso, Di Paolantonio è l’uomo in più in mediana ma la novità rispetto alla foilosofia delle squadre di Vivarini è la difesa a 3 in fasi di possesso con Scipioni che si alza spesso e Perrotta che scala in linea con Speranza e Diakite. Acori mette in campo un Gubbio ordinato e attento ma oggettivamente con un tasso tecnico inferiore al Teramo. Poche emozioni nei primi 45′. Subito proteste locali. Lapadula va giù e chiede il rigore, Luciano di Lamezia fa un’occhiataccia e lascia correre. Il Teramo produce gioco ma fa fatica a sfondare, al 32° arriva il vantaggio ospite. La punizione di Domini è un arcobaleno che termina in fondo alla rete. La reazione del Teramo c’è e si vede. Il pari arriva al 38°. Luciani fa uno svarione in area, Lapadula è attento e ribadisce in rete. Ritmi alti nella ripresa, Donnarumma ci prova in apertura, non va. Risponde domini con una conclusione di punta stile calcetto. Fuori bersaglio. Il Teramo spinge, Di Paolantonio chiama Iannarilli al non facile intervanto poi Vivarini dalla panchina da un segnale chiaro. Fuori Lulli, Di Paolantonio passa interno e dentro Petrella. Squadra a chiara trazione anteriore. L’arbitro viene toccato duro da Esposito, si teme il peggio, gioco interrotto per oltre 5′ poi si ricomincia e Lapadula da calcio di punizione disegna un arcobaleno bello come quello di Domini del primo tempo. Arcobaleno che termina in fondo alla rete. Petrella show al 33°: corsa e assist per Donarumma, Iannarilli dice no. Non c’è altro da raccontare. Al triplice fischio piovono gli applausi per un teramo vincente e che scala la classifica. Bello in fondo lo era sempre stato, anche quando il risultato non sorrideva ai colori biancorossi.

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