No petrolio, 40mila in corteo a Pescara.

manifestazione ombrina(Foto ANSA) 40 MILA SECONDO GLI ORGANIZZATORI I PARTECIPANTI ALLA MANIFESTAZIONE DI PESCARA PER DIRE NO AL PETROLIO.  E’ una delle manifestazioni regionali più grandi di sempre quella che si  è  snodata lungo le strade di Pescara, per protestare contro la concessione ottenuta dalla Medoilgas per l’impianto di Ombrina Mare 2, al largo della costa teatina, e più in generale contro la politica del decreto sviluppo del governo, dimostratasi più permissiva sul fronte delle estrazioni di idrocarburi. Presenti migliaia di cittadini,associazioni di ogni genere,intere famiglie,politici e amministratori. Due treni speciali sono arrivati da Lanciano. Numerosi pullman sono giunti da tutta la regione. All’appello delle associazioni ambientaliste WWF e Legambiente hanno risposto affermativamente tutte le associazioni di categoria, eccezion fatta per Confindustria. Rappresentati tutti e tre i parchi nazionali, centinaia di associazioni tra sindacati, movimenti e comitati. Hanno sfilato persino gli zampognari d’Abruzzo. Anche i partiti politici sono al completo.

LE DICHIARAZIONI: VACCA (M5S)
“Ombrina mare non si fara”. Lo ha assicurato il deputato pescarese del Movimento 5 Stelle, Gianluca Vacca, prima dell’inizio dell’imponente manifestazione che attraverserà Pescara per protestare contro la realizzazione delle piattaforme petrolifere in Adriatico. Sul luogo di ritrovo nel lungomare di Pescara sono già migliaia i partecipanti in attesa di sfilare e Vacca vuole rassicurarli perché “nel nostro accesso ai documenti al Ministero dell’Ambiente avevamo già scoperto una serie di illeciti e porcherie realizzate dai vari ministeri per cui il ricorso alla magistratura che faremo non potrà non avere successo – prosegue il deputato -. Intanto la Via, Valutazione d’Impatto Ambientale, che doveva dare parere negativo alla richiesta della società petrolifera Medoil, è stata bloccata in attesa del Decreto Sviluppo del Governo Monti che ha dato il via libera alle trivelle. Perché?”. Alla manifestazione hanno aderito decine di Comuni abruzzesi, centinaia di associazioni, enti locali e partiti politici: manca solo Confindustria. “Su Ombrina Mare – chiude Vacca – ci sono tante di quelle cose che non vanno che è tutto sballato. Se solo per quanto riguarda le perforazioni in Adriatico abbiamo scoperto tutte queste magagne da parte del Ministero per l’Ambiente e per le Attività produttive, figuriamoci per tutte le altre in Italia…”, conclude il deputato del Movimento 5 Stelle.

LEGNINI (PD): “CHIODI ESCA ALLO SCOPERTO”
“E’ dal 2011 che chiedo l’istituzione del parco della Costa teatina e da quella data la Regione Abruzzo si è opposta con forza alla perimetrazione: se Febbo è la punta di diamante di questo no del centrodestra, Chiodi non si può nascondere dietro di lui”. Giovanni Legnini, senatore Pd, attacca i vertici della Regione e chiede a gran voce di sbloccare quella che per lui è “l’unica strada” per arrivare a dire no definitivamente alle perforazioni petrolifere in Adriatico. “Il petrolio è un anacronismo storico – ha proseguito Legnini -, ma quando mi si accusa per l’ok a Ombrina mare con il Decreto Sviluppo del Governo Monti, rispondo che quel Parlamento ha dato 50 fiducie a Monti e quindi la ritengo una polemica fuori luogo – ha proseguito -. Era un governo blindato e fummo costretti. Ma ora con il nuovo Governo potremmo avere di nuovo l’occasione per chiudere definitivamente con le trivelle”.

MELILLA (SEL): “COL PARCO SAREBBE DIVERSO”
“Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, invece di aderire alla manifestazione dovrebbe spiegarci perché ha bloccato la perimetrazione del Parco della Costa Teatina. Se ci fosse il parco questi problemi si affronterebbero in modo diverso”. Lo ha detto, durante il corteo a Pescara, il deputato di Sel Gianni Melilla. “Insieme a Movimento 5 Stelle, Pd e tutte le forze politiche – ha aggiunto – occorre fare squadra per fermare la deriva petrolifera”. “Negli ultimi anni l’Abruzzo si è trovato davanti diverse questioni che minacciavano l’ambiente e ha sempre vinto. L’unico comune denominatore è sempre l’ambiente, è un valore profondo insito nella nostra coscienza”. Secondo Melilla “tutta l’area costiera abruzzese dovrebbe diventare un grande parco, in modo che la legge nazionale che vieta le trivellazioni in alcune aree strategiche possa essere estesa anche all’Abruzzo”. Per il parlamentare bisognerebbe inoltre modificare il sistema della royalty: “se togliamo la convenienza alle società, queste non potranno più prendersi il petrolio gratis e non avranno più interesse a venire”.

CHIAVAROLI (PDL): “ADERISCO E PARTECIPO”
“Ho espresso sempre, anche in Consiglio regionale, la mia contrarietà a un illusorio sviluppo dell’Abruzzo che passi per la devastazione delle sue ricchezze naturali in particolare attraverso i progetti di estrazione petrolifera dal mare (e di converso, attraverso le invasive presenze di pale eoliche nelle zone interne)”. Il consigliere regionale del Popolo della libertà Ricardo Chiavaroli ha comunicato la sua adesione alla manifestazione: “Sono fermamente convinto che il futuro, e il presente, della nostra regione possa invece essere garantito solo dalla tutela e della valorizzazione delle sue ricchezze naturali”, ha concluso.

MA LA MEDOIL CONTRATTACCA: “OMBRINA E’ UN PROGETTO SICURO”
“Ombrina Mare è un progetto sicuro. Gli idrocarburi dell’Abruzzo sono una risorsa comune. Da Ombrina, oltre un miliardo di euro per lo sviluppo. ‘La petrolizzazione dell’Adriaticò è uno slogan. Diminuiscono perforazione e produzione”: così recita una nota diffusa da Medoilgas Italia questo pomeriggio, in contemporanea alla manifestazione, in corso a Pescara, contro il progetto. “Al largo della costa abruzzese – prosegue il comunicato – Medoilgas ha rinvenuto il più importante giacimento di idrocarburi a mare scoperto negli ultimi anni in Italia”. “Si tratta di un patrimonio comune, del Paese e della Regione che, come altri progetti, può contribuire a ridurre la dipendenza dell’Italia dall’importazione di fonti energetiche. Una dipendenza che nel 2011 è costata al nostro Paese 63 miliardi di euro di deficit nei conti con l’estero e senza la quale, nello stesso anno, l’Italia avrebbe fatto registrare un surplus di 37 miliardi di euro”. “Anche a causa della dipendenza energetica dall’estero, in Italia il costo dell’energia è del 30% più alto che nel resto d’Europa”, prosegue la nota osservando che “il fabbisogno energetico italiano non può essere soddisfatto dalle sole energie rinnovabili” e che “nel 2025 il fabbisogno italiano si baserà ancora, per il 74%, sulle fonti fossili”. Quindi per Medoilgas “sostenere che vi sia una corsa alla ‘petrolizzazione dell’Adriaticò (dove la produzione di idrocarburi è anzi in forte calo) significa fare affermazioni prive di sostanza”. “I dati del progetto, esaminati dal Ministero dell’Ambiente e implicitamente riconosciuti dalle associazioni ambientaliste (che non ne hanno contestato la validità) – prosegue la nota – dimostrano che l’impatto sulla popolazione sarà di fatto nullo o insignificante e che non vi sarà alcun impatto significativo sull’ambiente marino. Grazie allo sviluppo del progetto saranno generati oltre 250 milioni di euro di investimenti privati e, secondo le stime attuali, oltre 750 milioni di euro di gettito fiscale per lo Stato e per la Regione, destinabili a politiche di sviluppo, per un totale di oltre un miliardo di euro”.

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