In un articolo uscito pochi giorni fa sul sito della rivista Altreconomia, ed in un incontro promosso ieri da Rifondazione Comunista a Pescara, il giornalista Pietro Dommarco ha rivelato che il Mare Adriatico proprio di fronte alle coste abruzzesi sarebbe stato nell’ultimo decennio un laboratorio dove si è portata avanti una particolare sperimentazione di fratturazione idraulica (chiamata fracking). Il tutto nel giacimento “Giovanna” a 23 miglia dalla costa nel tratto tra Montesilvano e Giulianova. Questo procedimento di estrazione del gas incide sulla qualità delle acque, ed è particolarmente discusso negli stati uniti ed in Europa. Per correttezza di informazione va riferito che l’ENI ha decisamente smentito l’utilizzo di questa tecnica nel giacimento Giovanna. Il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista ha promosso l’incontro, per presentare il libro di Dommarco “Trivelle d’Italia”, dopo quello pre-manifestazione con il coordinamento nazionale No Triv, con la consapevolezza che la battaglia portata avanti in Abruzzo non è assolutamente “nimby” ma riguarda il modello di sviluppo del nostro paese nel suo complesso e si scontra con interessi e poteri nazionali e transnazionali.
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