video » Ombrina, consulente società petrolifere: “Troppa ipocrisia e poca informazione”

piattaforma1Precisa di non essere né pro né contro, ma chiede “una informazione corretta” e soprattutto di bandire quella che lui definisce “ipocrisia” quando si parla di petrolio, piattaforme, idrocarburi. Maurizio Morettini, titolare di una società di consulenza per compagnie petrolifere, dice la sua sulla questione Ombrina, la piattaforma che dovrebbe essere realizzata a largo della Costa dei Trabocchi. Una voce fuori dal coro, la sua, soprattutto a pochi giorni dalla manifestazione dei 50.000 a Lanciano che sono scesi in strada per dire No a Ombrina e alle piattaforme in Adriatico.

Di seguito riportiamo la dichiarazione di Maurizio Morettini che abbiamo intervistato:

“Il comitato del NO sostiene che la produzione di Ombrina è talmente irrilevante e di scarsa qualità per cui “…il rischio non vale la candela…”. Questa frase, che ho letto in un’intervista alla Prof. D’Orsogna mi lascia un dubbio: se Ombrina fosse un giacimento da 500,000 barili al giorno (tipo i giacimenti del Golfo, tanto per intenderci), devo dedurre che tutti allora sarebbero d’accordo, nonostante i rischi di incidente connessi con una tale produzione aumenterebbero proporzionalmente.

2. In Adriatico, le trivellazioni petrolifere sono iniziate nella seconda metà degli anni cinquanta e proseguite fino ad oggi. Non mi risultano incidenti o disastri ambientali di alcun genere. Quello di Ombrina mi sembra un processo ingiusto a qualcosa che non è ancora successo.

3. Il rischio di danno ambientale esiste, sarebbe sciocco negarlo e pericoloso ignorarlo. Ma esiste così come esiste in qualsiasi altro processo industriale: immaginiamo cosa potrebbe succedere se ci fosse un’esplosione alla Fater o alla Icobit; eppure non ho mai sentito di marce e comitati contro queste industrie.

4. I dati stimati di produzione parlano di circa 7,000 barili di petrolio giornalieri, equivalenti a circa 1,000 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio). 1 TEP equivale a 11,6 MWh (MegaWatt ora), per cui la produzione di energia giornaliera di Ombrina equivale a 11,6 GWh. Tanto per dare un termine di paragone, il parco eolico London Array (sito nel canale della Manica alla foce del Tamigi) ha una capacità nominale (supponendo vento costante sulle 24 ore) di produzione giornaliera di energia di 15 GWh. La differenza è che questo parco eolico consiste in 175 turbine eoliche che occupano una superficie di 100 Km², visibile da satellite. In quanto impatto ed inquinamento ambientale non so cosa sia peggio.

5. Per quanto riguarda le emissioni gassose derivanti dalla produzione, esistono varie tecnologie che ne consentono l’annullamento pressoché totale: dalla re-iniezione degli stessi gas nel giacimento (tecnica utilizzata anche per mantenere la pressione stessa del giacimento e favorire il maggior recupero della frazione oleosa), all’utilizzo di particolari attrezzature per il recupero pressoché totale degli idrocarburi gassosi.

Come curiosità riguardante l’emissione di metano nell’atmosfera, vorrei ricordare che più del 50% delle emissioni globali sono dovute all’allevamento intensivo di bestiame e alla coltivazione del riso. Quello emesso dalle attività petrolifere rappresenta “appena” il 5%.

6. Purtroppo, e dico purtroppo pur lavorando nel settore, gli idrocarburi rimangono una delle fonti di energia più efficienti e a basso costo, checché se ne dica e per quanto si voglia mettere la testa sotto la sabbia. Finché la tecnologia non ci permetterà di sfruttare altrettanto efficacemente un’altra fonte di energia, questa volta pulita e rinnovabile, il petrolio, il gas e il nucleare rimangono le uniche fonti in grado di soddisfare efficacemente la domanda energetica.

7. Il fatto di non volere un impianto petrolifero nel proprio “giardino” di casa è cosa comprensibile, ma ipocrita. È lo stesso problema dello smaltimento dei rifiuti: tutti li produciamo, ma vogliamo che siano smaltiti lontano da noi. Troppo comodo.

8. Come ho detto, l’importante è assicurarsi che le regole ci siano, che siano appropriate e minuziose e che soprattutto siano fatte rispettare alla lettera. Se tutti, legislatori, controllori e operatori attuano con onestà e professionalità la demonizzazione a priori dell’industria petrolifera non è necessaria.”
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