Sarebbe dovuto essere il giorno della sentenza per l’omicidio del giovane tifoso del Pescara Domenico Rigante, già alla prima udienza dopo la decisione della Cassazione di rigetto della richiesta da parte degli avvocati difensori degli imputati che avrebbero voluto trasferire il processo in altra sede per una sorta di componente razziale che avrebbe potuto pregiudicare il regolare svolgimento. Sarà invece necessaria una seconda udienza, in programma lunedi prossimo, per porre fine ad uno dei fatti di cronaca più agghiaccianti mai avvenuti a Pescara. Intanto, stamane, dopo le dichiarazioni spontanee di due imputati, Massimo e Domenico Ciarelli, la requisitoria del Pm Campochiaro con le relative richieste. Massimo Ciarelli ha riferito al giudice Sarandrea che il colpo é partito accidentalmente e che voleva essere solo un’azione dimostrativa a seguito di un’aggressione da lui subita la sera prima a Pescara Vecchia. Domenico Ciarelli, invece, ha riferito di non sapere che Massimo era armato e che era andato lì solo per tirare un paio di pugni. Il Pm Campochiaro, al contrario, nella sua ricostruzione, sulla scorta degli accertamenti della Squadra Mobile di Pescara, ha ribadito la premeditazione di Massimo Ciarelli, ipotesi confortata dalle perizie scientifiche e dalle intercettazioni telefoniche dalle quali si evince che il raid era stato organizzato nei minimi dettagli, ed ha smentito anche Domenico Ciarelli, sostenendo che quella maledetta sera del primo maggio 2012, ad essere armato non era solo Massimo, ma anche Domenico e Luigi, quindi tre pistole e non due. Sulla base di questo, essendo un rito abbreviato, ha chiesto la condanna all’ergastolo con le aggravanti per Massimo Ciarelli.18 anni per Luigi Ciarelli; 17 anni e 4 mesi per Domenico Ciarelli; 16 anni e 4 mesi per Angelo Ciarelli; 17 anni e 4 mesi per Antonio Ciarelli. Il pm ha contestato la premeditazione solo a Massimo Ciarelli e inoltre non ha riconosciuto le attenuanti a nessuno dei cinque imputati: “requisitoria esemplare – ha riferito l’avvocato della famiglia Rigante Raniero Fiastra – anche se per noi la premeditazione andava contestati anche ai complici ma ci rimettiamo alle decisioni del giudice.” “Alla favola del colpo accidentale non ci crediamo – sottolinea invece éasquale Rigante padre della vittima – é stato bravissimo il Pm per il resto mi rimetto alle decisioni del giudice anche se ormai Domenico non me lo rida in dietro nessuno.” Il processo riprendera’ il prossimo 3 febbraio con l’arringa della difesa e dopo la camera di consiglio, la sentenza.
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