video » “Bombarolo”, il pm fa ricorso

di santo ribertoLe sue ammissioni, dopo l’arresto, non lo avevano salvato dal carcere, in particolare per l’attentato progettato al tribunale di Chieti. Il GIP Luca De Ninis, invece, non aveva convalidato il fermo per il primo episodio, quello di Villanova di Cepagatti. Così Roberto Di Santo, il 58enne “bombarolo” di Roccamontepiano, resta detenuto nella casa circondariale di San Donato. “Era una messa in scena” – aveva detto al GIP durante l’interrogatorio durato due ore.E poi aveva aggiunto che “il suo intento era quello di attirare l’attenzione su alcuni presunti torti giudiziari patiti nel corso della sua vita”. Una versione, quella del non voler fare del male a nessuno, che non ha convinto  il sostituto di Pescara, Silvia Santoro, che ha presentato ricorso in Cassazione per il reato di strage riferito proprio all’episodio di Cepagatti. Per il GIP, invece, si è trattato di danneggiamento con pericolo di incendio. Nel suo ricorso il PM fa affidamento sulla consulenza del GIS, il Gruppo Interventi Speciali dei Carabinieri, che ha certificato la pericolosità dell’ordigno confezionato e posizionato nella palazzina di Villanova. Dopo 10 giorni di latitanza, Roberto Di Santo, era stato arrestato il 18 gennaio in un cascinale abbandonato nella campagne di Rosciano dove, tra l’altro, aveva nascosto il suo camper.


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