C’è una grande scritta che campeggia nell’ampia sala mensa della Caritas: “L’amore non vive di parole”. E qui, i fatti si vedono. La nuova cittadella della Caritas diocesana, Giovanni Paolo II, di via Alento, a Pescara. rappresenta forse un “unicum” in tutto il centro – sud Italia. La mensa, inaugurata qualche giorno fa, anche oggi ospita tanti utenti e il lavoro di tanti volontari che garantiscono pasti ed accoglienza per tutti. Don Marco Pagniello, direttore della Caritas diocesana, ci fa da “cicerone”, consentendoci di visitare anche il dormitorio adiacente che sarà aperto a settembre. Per la verità le camere hanno poco di dormitorio, sembra un albergo accogliente, per restituire a tante persone, la dignità. Una ottantina i posti disponibili. Don Marco ci spiega come ieri, Ferragosto, in 150 ed oltre sono arrivati in mensa, per avere un pasto ma anche un po’ di compagnia. Non ci sono solo coloro che conosciamo come “barboni”, ci sono i nuovi poveri, che ormai tanto nuovi non sono. C’è chi ha perso il lavoro, chi dopo una separazione vive in condizioni difficili e ci sono tanti anziani, lasciati soli o che vivono da soli, e sentono la solitudine soprattutto nei giorni di festa. Un microcosmo a due passi dalle nostre case, a due passi dal labile confine con quella che definiamo “normalità”. Anche oggi, in mensa, si cucina, grazie al lavoro meticoloso dei volontari, coloro che vi prestano servizio quotidinamanete e nella giornata odierna, ci sono gli Scout, da Macerata qui in Abruzzo e a Pescara, per conoscere questa realtà. Don Marco fa il solito ma non scontato appello alle Istituzioni, non si può vivere soltanto di volontariato. Ringrazia la Giunta Regionale per aver stanziato una somma per la nuova cittadella della Caritas. “Voglio rigraziare e ci tengo, il Presidente Chiodi e l’assessore Masci che si sono impegnati affinché anche la Regione potesse dare il suo contributo. Una somma notevole, anche se non risolutiva. Certo i nostri politici hanno fatto il loro dovere”, ha detto Pagniello. E fa di più, invita tutti i politici a contribuire all’aiuto dei più deboli, di chi vive ai margini delle città: “Bisogna mettere mano al portafogli, ridursi i privilegi. Anche la Chiesa, in tal senso, sta cambiando”. Non solo a parole.

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