E’ arrabbiato, esasperato Sandro De Simone, il comandante di Silvi del motopeschereccio Idra Q, sequestrato in Gambia a fine febbraio per la presunta violazione delle dimensioni di una rete presente a bordo. Raggiunto al telefono in Gambia, De Simone ci racconta della sua odissea e di quella di altre 25 persone, tra le quali altri due connazionali, il nostromo Vincenzino Mora, di Torano Nuovo e il direttore di macchina Massimo Liberati, di San Benedetto del Tronto. Dopo due mesi, sono ancora bloccati nel paese africano e non possono riprendere il mare. Eppure c’è stata la sentenza di dissequestro emanata dal giudice a fine aprile ma la Italfish di Martinsicuro, società armatrice, fa sapere che “la polizia si è opposta all’esecuzione della sentenza”. E così la nave resta bloccata nel paese con il suo equipaggio. “Siamo stanchi e arrabbiati – ci dice De Simone – vogliamo tornare a casa, non ce la facciamo più. Renzi e il Governo italiano si sono dimenticati di noi! Siamo cittadini italiani, paghiamo le tasse, eppure nessuno si sta muovendo. Temiamo per la nostra sicurezza.” De Simone, si è fatto anche due settimane di carcere, in condizioni disumane che nemmeno lui si sente di raccontare. “La nave è ancora sotto sequestro, con tutti a bordo. Si sono rifiutati di restituire i passaporti. Sapendo di avere ragione, avevamo scelto la strada giudiziaria – riferisce la società armatrice – pur consapevoli dei rischi in uno stato africano. Abbiamo avuto ragione, c’è stata una sentenza e ora le autorità locali si rifiutano di eseguirla. Abbiamo già informato la Farnesina attraverso l’ambasciata in Senegal.” Il comandante si rivolge al parlamentare abruzzese Gianni Melilla, il quale ha scritto al Ministro agli Affari Esteri Gentiloni, per sollevare la condizione dei nostri connazionali: “Ci aiuti, chiami all’appello e alla sue responsabilità il Presidente del Consiglio Renzi”.

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