Polizia in assetto antisommossa e vigili del fuoco davanti al palazzo che ospita Provincia e prefettura, in piazza Italia, a Pescara, in occasione della manifestazione di protesta della marineria, sfinita economicamente dal mancato dragaggio del porto. Armatori, pescatori e operatori dello scalo, tra fischi, slogan, cartelli di protesta e campanacci, chiedono risposte alle istituzioni considerato che non ancora percepiscono tutte le indennita’ della cassa integrazione per il 2012.
La piazza e’ stata bloccata al traffico e la marineria attende di avere risposte dai rappresentanti delle istituzioni. Ce l’hanno anche con loro e su uno striscione hanno scritto che i politici sono “il cancro da estirpare”. Mimmo Grosso, in rappresentanza dell’Associazione Armatori Pescara, ha chiesto al presidente della Provincia Guerino Testa, sceso in piazza, di attivarsi con la Caripe per anticipare la cassa integrazione guadagni, considerate le enormi difficolta’ delle famiglie ad andare avanti. Si sentono presi in giro, considerati i ritardi del dragaggio promosso dal ministero ai Trasporti, e sono pronti a gesti eclatanti. Oggi qualcuno era pronto a cospargersi di benzina. Fumogeni e petardi in piazza Italia per far sentire la voce della marineria, mentre tutto attorno il traffico e’ bloccato. A Testa sono stati ricordati, semmai ce ne fosse bisogno, tutti i problemi di chi lavora in mare: barche tirate a secco da mesi con danni ingenti, cassa integrazione non percepita se non per duemila euro a ciascuno per tutto il 2012, bollette e tasse comunque da pagare, fondi annunciati dal Governo (tre milioni di euro) che non arriveranno per adesso. Testa ha sottolineato che vuole “risolvere il problema” e ha gia’ trasmesso alla Caripe i dati dei beneficiari della Cassa integrazione per gli ultimi tre mesi del 2012 e i primi due del 2013 ed e’ in attesa di risposte per sapere se e’ possibile attivare una operazione di anticipazione dei fondi. La marineria, le cui 60 barche sono “da rottamare”, chiede di “tornare a lavorare alla fine di marzo” anche perche’ “a luglio ci dobbiamo fermare di nuovo, per il fermo pesca” – hanno detto a Testa. Il fiume Pescara e’ come “Auschwitz”, hanno scritto su uno striscione, e “se la politica non e’ capace di risolvere questa situazione ci andiamo a chiudere al carcere di San Donato, tanto a casa non possiamo mangiare”, urlano in piazza. Il blocco di corso Vittorio e’ rientrato e la marineria si e’ spostata in massa nell’aula consiliare del Comune dove armatori e pescatori hanno incontrato il presidente della Regione, Gianni Chiodi, stamani a Palazzo di Citta’ per una conferenza stampa. I marittimi hanno invocato a più voci l’anticipo della cassa integrazione. La risposta di Chiodi non si è fatta attendere: “L’Inps lo devo capire e se non lo capirà c’andremo a mettere lì sotto”. Intanto lunedì prossimo altro presidio della marinera sotto la provincia, in occasione di un incontro dibattito con il presidente della Caripe Pino Mauro.
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