Al momento di ufficiale c’é solo il trasferimento di parte del fascicolo riguardante l’operazione “il Vate” dalla Procura di Pescara a quella di Lanciano, tra l’altro lo spazio riservato all’iscrizione di eventuali indagati é ancora intonso. Appare, però,  evidente che, stando a quanto emerso dall’inchiesta sulle presunte tangenti nel panorama dell’organizzazione di eventi culturali nella nostra Regione, i magistrati della Procura lancianese saranno chiamati a fare luce su fatti di stretta competenza territoriale, ovvero gli appunti scritti che sarebbero stati trovati nella casa di Guardiagrele della segretaria dell’ex assessore regionale De Fanis, Lucia Zingariello e le sue stesse presunte dichiarazioni davanti al Pm Giuseppe Bellelli. Dunque, scopo della Magistratura, su suggerimento degli inquirenti pescaresi, capire la natura del rapporto di lavoro tra De Fanis e la Zingariello. Su quell’appunto ci sarebbe scritto “Amore: 3000”, in linea con quanto avrebbe riferito la Zingariello al Sostituto Procuratore sul tipo, per cosi dire, di contratto con De Fanis, 3000 euro al mese per fare il suo lavoro oltre a presunti extra. Da Pescara sostengono che per quanto gli riguarda non c’é nulla di penalmente rilevante e che si prosegue nella definizione del quadro accusatorio scaturito dalla segnalazione del giovane imprenditore di Orsogna Andrea Mascitti al quale sarebbe stata chiesta una tangente per l’organizzazione di un evento culturale. I reati ipotizzati, lo ricordiamo, sono concussione, truffa e peculato. Al momento il solo De Fanis resta ai domiciliari, rimessi in libertà sia la Zingariello che il presidente dell’associazione “Abruzzo Antico” Ermanno Falone oggetto, inizialmente, di ordine di obbligo di dimora. Falone, insieme ad un’altra indagata, la responsabile dell’agenzia per la promozione culturale della Regione, Rosa Giammarco, avrebbe, secondo l’accusa, posto in essere – come recita testuale l’ordinanza – artifici e raggiri nel simulare maggiori spese sostenute dall’associazione per ottenere maggiori contributi, procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale all’associazione stessa.

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