“Sia la luce, e la luce fu”. Una frase di ancor meno di 140 caratteri con la quale dalla Bibbia, prima pagina della Genesi, è giunto il primo Tweet della storia. La parola, il codice, la scrittura biblica e la loro forza non soltanto, ma anche comunicativa sono state l’argomento della prima delle Quaestiones quodlibetales nell’edizione 2013-14 promosse dall’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte. E l’accattivante suggestione di accostare la Sacra Scrittura con i social network non poteva che essere di Monsignor Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio consiglio della Cultura, l’avanguardista della comunicazione “social” della Chiesa contemporanea. Gremitissimo l’auditorium del rettorato di Chieti per non perdere nemmeno una battuta di un confronto dialettico, quello tra i due religiosi, la cui formula risalente alle dispute medievali ha ormai dal 2005 incontrato il consenso del pubblico, e coinvolto decine di filosofi, teologi, uomini di arte e di cultura ospiti del mons. Bruno Forte.
Mons. Ravasi, nel suo excursus, ha ricostruito l’enorme influenza che la Bibbia ha esercitato sulla cultura e la letteratura occidentale, da Kant fino a Umberto Eco. E la frase della creazione –ha aggiunto- ha una efficacia performativa. La parola che non solo informa, ma che trasforma. Un Tweet scolpito nella pietra.

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