E’ il tema fiscale quello al centro del primo scontro tra le coalizioni regionali del centrodestra e del centrosinistra. A sottolineare il risultato della riduzione delle addizionali è l’assessore al bilancio Carlo Masci, che evoca il premier Matteo Renzi, il quale –si legge in una nota- “dice e fa quello che l’Abruzzo, con Chiodi e Masci, ha attuato sin dall’anno scorso. Renzi, arrivi con un anno di ritardo rispetto a noi, meglio tardi che mai, commenta Masci, sottolineando la presenza nelle file della coalizione di centrosinistra di candidati che sono stati protagonisti della florida stagione (di debiti) Del Turco. Quella dello sfascio, del fallimento e delle aliquote fiscali più alte d’Italia. A stretto giro la replica del Partito Democratico, che con il capogruppo regionale Camillo D’Alessandro, parla di “misura una tantum, non strutturata, in quanto queste risorse finanziare erano “economie accantonate e vincolate” e il Governo oggi ne ha consentito l’utilizzo per ridurre la pressione fiscale. Le domande a questo punto sono: La Regione Abruzzo è ancora regione canaglia o no? Siamo ancora sotto l’obbligo della pressione fiscale aggiuntiva’? Dopo sessantasei mesi di governo Chiodi siamo usciti o non dal regime straordinario? La nuova amministrazione -conclude D’Alessandro- si troverà ad affrontare dal 1° di luglio l’emergenza della distinzione della spesa sanitaria appropriata rispetto alle prestazioni sociali (ex articolo 26), per il cui onere non vi è alcuna copertura nei Piani Sociali regionali. Questo problema nel corso dell’anno diventerà una vera emergenza, di cui Chiodi non tiene assolutamente conto pur di avere il lustrino preelettorale. Ponzio Pilato avrebbe fatto meglio”.
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