video » Regione, la “Rimborsopoli” d’Abruzzo

Tribunale-PescaraLa nuova bufera giudiziaria che coinvolge la Regione Abruzzo ha la forza di un vento leggero ma sferzante, giunto in anticipo rispetto alle previsioni meteo, e che per il momento non sembra avere l’aspetto di un uragano. Si parla, come già accaduto in quasi tutte le regioni italiane, di verifiche su spese per missioni oltre confine regionale. Le ipotesi di reato sono di truffa aggravata, peculato e falso ideologico. 25 le persone, tra presidente di Regione e Consiglio, assessori e semplici consiglieri, che tra ieri pomeriggio ed oggi hanno ricevuto l’informazione di garanzia. Notifiche partite in anticipo rispetto a quanto era stato programmato – precisa la Procura – perchè già si era diffusa voce, ma i magistrati assicurano che la fuga di notizie certamente non é partita da Palazzo di Giustizia, ma molto probabilmente dagli stessi uffici della Regione. Altra sottolineatura: l’informazione di garanzia é un atto dovuto, un semplice invito a chiarire la propria posizione, e -se questo dovesse avvenire- diverse posizioni potrebbero essere archiviate. Del resto la notifica, in questa fase dell’indagine, é una tutela principalmente per la persona coinvolta: nozioni basilari per chi ha a che fare con il sistema giudiziario, ma che é bene non dare per scontato. L’inchiesta nasce, casualmente, nell’ottobre del 2012 da un’altra indagine, che continua a viaggiare parallelamente sotto il più ristretto riserbo. Intuizioni investigative portano ad accertare, attraverso un metodo esclusivamente documentale, anomalie su spese per alberghi e ristoranti: la norma prevede che per viaggi istituzionali il limite é quello dell’hotel a 4 stelle, il livello superiore é giustificato solo in mancanza di posti e, comunque, attraverso un’autodichiarazione. I Carabinieri avrebbero, invece, riscontrato che queste autodichiarazioni non rispondono al vero. Si parla di suite fra i 300 ed i 400 euro, di “strisciate” con carta di credito della Regione anche per spese personali, per parenti ed amici, viaggi in ogni angolo d’Italia da Sirmione alle Terme di Torre Canne nel brindisino. C’é anche chi é coinvolto per importi minimi, ma ci sono anche posizioni definite “più gravi”. L’ammontare delle spese ingiustificate fatte su assegnazioni comunque limitate, si aggira attorno a 80 mila euro. Ora la palla passa agli indagati che dal prossimo 4 febbraio, impegni istituzionali permettendo, potranno chiarire ai Pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli. Primi convocati il presidente Chiodi, il presidente del Consiglio Pagano, e gli assessori; il 12 sarà la volta dei consiglieri, mentre su altro versante prosegue l’inchiesta anche sulle spese dei gruppi consiliari, ma quella sarà una storia che racconterà il secondo capitolo di questa indagine.
Oltre ai presidenti della Regione Abruzzo e del Consiglio,  risultano indagati anche il vice presidente della Giunta Alfredo Castiglione e l’ex assessore alla cultura Luigi De Fanis. Gli altri indagati  sono gli assessori Gianfranco Giuliante, Paolo Gatti, Mauro Di Dalmazio, Carlo Masci, Mauro Febbo, Federica Carpineta e Angelo Di Paolo. Questi, invece, i consiglieri: Franco Caramanico (Sel), Lorenzo Sospiri, capogruppo di Forza Italia, Ricardo Chiavaroli (Fi), Carlo Costantini (ex Idv oggi Mov.139), Lanfranco Venturoni (Ncd) ex assessore alla sanita’, Nicola Argiro’ (Forza Italia), Giorgio De Matteis (Udc), Emilio Nasuti (Forza Italia), Alessandra Petri (Fratelli d’Italia), Antonio Prospero (Rialzati Abruzzo), l’ex presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Tagliente (Forza Italia) che questa mattina é venuto personalmente in Procura per ritirare la notifica,  Luciano Terra (Udc) Nicoletta’ Veri’ (Scelta Civica), Cesare D’Alessandro (Idv).
L’inchiesta è portata avanti dai sostituti procuratori della Repubblica di Pescara, Di Florio e Bellelli, appartenenti al pool di magistrati dell’inchiesta Sanitopoli (che portò all’azzeramento della ex giunta regionale di centrosinistra e alla condanna dell’ex governatore Ottaviano Del Turco). Di Florio è anche uno dei titolari di un troncone dell’inchiesta Ecosfera per la quale resta indagato l’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso.


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