Quando si dice al danno si aggiunge la beffa: ha questo sapore l’esclusione di Sulmona dall’elenco dei Comuni del cosiddetto cratere sismico se, leggendo le motivazioni della quarta sezione del Consiglio di Stato, ci fermiamo sul passaggio in cui la sentenza depositata giovedì scorso dice che molti dei danni segnalati e denunciati dopo il sisma in realtà sono il peggioramento di lesioni strutturali preesistenti che il comune doveva sistemare a prescindere dal terremoto. Il Consiglio di Stato ha di fatto acccolto il ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri: una vicenda questa di Sulmona che entra ed esce dallo speciale elenco dei comuni del cratere che si trascina da anni e che ha comunque paralizzato risarcimenti e ristrutturazioni anche e soprattutto private.Una sentenza quella di due giorni fa che sembrerebbe mettere la parola fine alla lunga querelle cancellando ogni speranza in quanti a Sulmona perchè titiolari di abitazioni o attività commerciali avendo subito danni dal sisma attendessero i contributi risarcitori.Diversamente si era espesso il Tar del Lazio nel 2011 che Sulmona l’aveva eccome inserita nei Comuni del cratere con ciò che questo comportò in fatto di richieste di risarcimenti. In sintesi i giudici del Consiglio di Stato , o meglio i tecnici incaricati, hanno rilevato che la stragrande maggioranza dei danni non è da attribuire alla scossa del 6 aprile, e comunque non solo a essa, bensì a situzioni pregresse mai sanate dal comune di Sulmona come avrebbe dovuto. Con Sulmona altri sei i comuni esclusi dallo speciale elenco e relativa distribuzione di fondi.
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